Don Franco Barbero (nella foto), della comunità cristiana di base di Pinerolo, così commenta, tra l'altro, le dimissioni del papa: «Il papa ha assunto una decisione evangelicamente e teologicamente feconda. Infatti potrà diventare normale che il mandato pontificio diventi "ad tempus", cioè a tempo determinato. A mio avviso, le dimissioni costituiscono la scelta più evangelica di tutto il pontificato di Benedetto XVI il quale ha capito di essere diventato estraneo ad un grandissimo numero di cattolici e cattoliche, membri della sua stessa chiesa. Questa consapevolezza, per quanto tardiva, gli fa onore perché mette al primo posto il bene della chiesa. Ora si scatenerà la retorica religiosa e laica ed esploderà il coro delle lodi, ma il pontificato di Ratzinger è stato caratterizzato da continue prese di posizione tradizionaliste e reazionarie sul piano biblico, teologico, ecclesiologico ed etico. Il bene della chiesa ha bisogno di pastori diversi. Anzi, ha bisogno di ripensare il superamento della struttura pontificale, gerarchico-romana per dar vita al ministero petrino, esercitato da uomini e donne eletti con la partecipazione di tutto il popolo di Dio. Senza questo radicale ripensamento, senza questa vera conversione anche strutturale del papato romano, il nuovo eletto potrebbe trovarsi negli stessi circuiti del potere, degli affari, della nostalgia del cristianesimo dogmatico e "costantiniano".»
(Qui, dal blog di Franco Barbero, il testo integrale del commento).Segnalo anche, dal sito di Micromega, una serie di riflessioni sul medesimo argomento, e il video del confronto pubblico tra l'allora cardinale Ratzinger e il filosofo Paolo Flores d'Arcais, tenutosi il 21 settembre 2000.