Da giorni impazza in rete un nuovo contest per travel blogger organizzato da Blink Booking. Il titolo è originale e dice già tutto: Dimmi che senso ha. Le regole sono semplici: ci sono 5 città italiane (Venezia, Milano, Firenze, Roma e Napoli) da abbinare ai 5 sensi. Sembra facile, invece il gioco rappresenta una bella sfida. Vediamo di dare un senso a questo viaggio tutto italiano, andando a pescare dal cesto dei ricordi…
Fino a qualche anno fa Milano non mi piaceva per niente. Quando arrivavo in visita, la mia era sempre una toccata e fuga: non vedevo l’ora di ripartire per lasciare il suo grigiume e tornarmene in Romagna. Non mi piaceva l’odore della metropolitana, non mi piaceva lo smog e in generale non mi piaceva l’atmosfera. Poi, quasi per caso, durante un blog tour ho conosciuto l’altra faccia della città e ho potuto assaporare la Milano dell’arte e del design. Dalla visita ai laboratori della Scala – dove scenografi, scultori e sarte sono instancabilmente al lavoro per produrre l’allestimento scenico per gli spettacoli – mi sono portata via l’odore delle vernici, dei colori e delle tinture utilizzati per le decorazioni; dall’incontro con Alberto Alemagna, fondatore dell’azienda T’a, mi sono portata via l’aroma forte del cioccolato di qualità. Ecco perché scelgo di associare Milano all’olfatto.
Roma caput mundi, ovvero Roma centro del mondo. Eh sì, perché tutto (o quasi) ha avuto origine qui e Roma ne conserva ancora oggi le tracce: Roma Imperiale, da una parte; Roma Città Eterna, dall’altra. Sono milioni i turisti che ogni anno vengono in visita nella nostra capitale per ammirare i gli echi di un passato che non c’è più, così come sono migliaia i fedeli che si radunano in Piazza San Pietro (o si collegano con la piazza grazie alla tv) per seguire le ricorrenze cattoliche. E innumerevoli sono le lingue che si possono ascoltare a Roma: si va dal simpatico accento romanesco, al latino di ciceroniana memoria, dall’inglese turistico a qualsiasi altro idioma vi possa venire in mente perché, si sa, nella cacofonia di suoni che vi circonda mentre ammirate la fontana di Trevi, vi rilassate sulla scalinata di Piazza di Spagna o fate la fila per entrare ai Musei Vaticani non c’è verso che non vi capiti di sentire almeno una lingua straniera. Per questo scelgo l’udito come il senso che mi ricorda Roma.
Premessa: purtroppo a Napoli non ci sono mai stata, almeno per il momento. Però una delle cose più tipiche di Napoli la conosco, così come la conosciamo tutti: la pizza! Anche senza doverci per forza recare nel capoluogo campano, per fortuna l’abbiamo sempre a portata di mano e possiamo anche sbizzarrirci in nostre personali interpretazioni, per gustarcela come più ci piace. E’ vero, probabilmente, che si tratta molto spesso di semplici – per quanto buoni – surrogati dell’originale, ma è altrettanto vero che anche quando non è l’originale napoletana, la pizza è sempre ugualmente buona. Siccome capita che sia anche uno dei miei piatti preferiti, ringraziando i napoletani per averla inventata non posso che giustificare così l’associazione tra Napoli e il gusto.
E ora veniamo alle nomination per i prossimi travel blogger che proseguiranno il divertente gioco delle associazioni (secondo queste regole):
- Tiziana di Un sogno nel bagagliaio
- Valentina di The Family Company
- Erika di Viaggiare?… E’ la mia più grande passione!
- Marco e Felicity di Non solo turisti
- Paola di La passione per i viaggi