Dimmi come sei fatto e ti dirò Paul Rudd

Da Dejavu

"Ti puoi descrivere fisicamente?"
In chat prima o poi accade. Arriva il momento in cui si giunge alla resa dei conti, al bisogno di fisicità, di assaggiare un pezzo più umano dei tuoi interlocutori.
Al bisogno di descriversi.
E dopo mesi di frequentazioni con un gruppo di amici virtuali ormai stanchi di doversi immaginare a vicenda sulla sola base del modo di scrivere, di incazzarsi, di ridere nacque a un certo punto l'esigenza di darsi un volto. Come fare senza una webcam, senza poter allegare una foto ai messaggi, senza appigli per metterci direttamente la faccia?
Forse tutte queste difficoltà erano aggirabili con una semplice mail. Forse erano solo un alibi per non svelarsi ancora perché, in fondo, lasciare che gli altri fantasticassero sulle tue fattezze, che le intendessero a loro piacimento era divertente. C'erano poi la timidezza e il desiderio di essere giudicati solo per il proprio temperamento e non per l'aspetto. E si poteva giocare, far credere di essere bellissimi o al contrario bruttini e temerari dell'impietoso giudizio altrui.
Su questa costante del nascondino ho giocato parecchio anch'io. Non ci mettevo la faccia ma solo gli scritti. Non partecipando ai raduni del forum di cui ero moderatore mantenevo la riservatezza. Sono andato avanti così per anni, studiando le reazioni delle persone. Ad alcune non importava perché facevano uguale, altre erano pungolate dalla curioistà, altre ancora provocavano perchè uscissi allo scoperto dipingendomi in scenari apocalittici come fossi uno che si era chiuso nel cesso dopo un lifting andato a male come Mickey Rourke e Burt Reynolds.
In una sorta di spogliarello graduale, si provava allora con la voce al telefono. Una ragazza mi disse: "se mi dai il tuo numero di piede indovino il colore dei tuoi occhi" "si vabbé, se mi dai la taglia delle tue tette ti indovino l'estratto conto ..." "Dimmi almeno a chi assomigli così mi faccio un'idea!" Allora mi decisi. Scartabellai nella mente un volto noto e sparai: "Assomiglio un pochino a Paul Rudd!".
La frittata era fatta!
Vedere che compare tutt'oggi sulle pagine di GQ mi rincuora. Significa che i danni che provocai spacciandomi per la sua risposta italiana non furono irreparabili ...


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