“Sii felice un istante. Questo istante è la tua vita “(Omar Khayyam)
“Né i pensieri, né le emozioni rappresentano qualcosa. Sono. Passato e futuro esistono solo per i pensieri presenti. Credere al futuro e al passato (prodotti dai nostri pensieri - non ce ne sono altri) equivale ad essere la vittima dei tuoi pensieri. Presta attenzione alla qualità dei tuoi pensieri, ora. Esiste solo l’istante e la qualità della tua vita è quella del presente. Si ha sempre un pensiero per volta. Il paragonare due pensieri, il giudicare un pensiero, il ricordare un pensiero sono altri pensieri ancora. Nel momento in cui si impossessa di noi, ogni pensiero ci sembra il più importante, il più urgente. Ma questo pensiero cede il posto a un altro, tanto che in realtà nessun pensiero è importante.I pensieri che ci sembrano “importanti” e i sentimenti che ci sembrano “molto vivi” in un dato momento, passano in secondo piano oppure si dimenticano l’istante seguente. Osservare questo processo incessante dell’apparire e del dissolversi, dell’entrare in scena. Dovrebbe aiutarci a non credere all’importanza delle cose e a capire che la nostra mente costruisce e distrugge l’importanza in continuazione. Niente è buono in assoluto, anche il miglior pensiero: ci potrebbe far perdere l’istante!La maggior parte dei nostri “pensieri” dipende dall’automatismo mentale. Il vero pensiero, il pensiero nobile, è percezione diretta, contemplazione, presenza, creazione, azione su se stessi, impegno profondo, trasformazione dell’essere. Il pensiero nobile non è mai un giudizio. Sappiamo che abbiamo veramente pensato quando percepiamo diversamente, quando si apre uno spazio. Gli unici pensieri felici sono i pensieri veri. Non parlo solo di “verità oggettive”, “ universali”, “scientifiche”, ma di verità esistenziali, emozionali, della verità delle situazioni. I pensieri veri non sono né un tirarsi indietro né una scappatoia. Guardano in faccia la nostra vita, qui e ora. I pensieri veri sono percezioni.La maggior parte dei nostri pensieri tesse un velo che ci separa dal mondo e da noi stessi. Deviano la nostra attenzione da ciò che accade qui e ora. Ci impediscono di sentire. Vogliamo sottrarci all’esperienza diretta del grande flusso perché ci farebbe rinunciare alla solitudine illusoria del nostro io e del mondo “esterno.” Eppure, dietro la nebbia dei pensieri, dei concetti, dei pregiudizi e di tutte le forme di chiacchiericcio mentale brilla la luce del risveglio.Per orientarsi nell’esistenza occorre avere discernimento, dobbiamo imparare a guardare le cose per quello che sono. Per vedere le cose per quello che sono occorre smettere di proiettare i nostri stati mentali sul mondo. Per smettere di proiettare occorre conoscersi. Per conoscersi bisogna diventare amici di se stessi. Per diventare amici di se stessi sforziamoci di accogliere con dolcezza tutti i nostri pensieri. Per accettare tutti i nostri pensieri occorre smettere di suddividerli in buoni e cattivi. Se vogliamo sinceramente smettere di suddividerli tra buoni e cattivi si consiglia di praticare la meditazione con costanza e disciplina. Per meditare occorre distinguere, senza giudicare, tra la piena coscienza dell’istante e la fuga nei pensieri. A questo livello il problema di orientarsi nella vita viene meno: dimoriamo da sempre nel cuore dell’esistenza.” (Pierre Lévy - Il fuoco liberatore - Sassella, 2006)