Una spiegazione del fenomeno che aleggia in ambiente scientifico è che l'identificazione con una squadra sportiva sia un modo di gestire la consapevolezza della morte, alla luce di quella che si chiama teoria della gestione del terrore [Dechesne et al. 2000]. Una prova di questo dovrebbe essere il fatto che i tifosi, rispetto ai non tifosi, sono più ottimisti sui risultati della squadra nazionale quando a entrambi viene ricordato che sono mortali (effetto ottimismo del sentirsi parte di un gruppo).Un altro autore [Jones 2000] ipotizza il ruolo di 4 comportamenti compensatori in quello che definisce un serio caso di identificazione da tempo libero. Il serio caso è ovviamente il mondo del tifoso. I 4 comportamenti compensatori provengono da una prospettiva di identità sociale e sarebbero: favoritismi all'interno del gruppo, scredito di chi è fuori dal gruppo, ottimismo irrealistico e avere voce. Questi 4 comportamenti compensatori sarebbero necessari affinchè la permanenza all'interno del gruppo e l'identificazione con la squadra si trasformi in una maggior percezione di benefici rispetto ai costi, condizione indispensabile per mantenere attivo il comportamento, che invece probabilmente ha maggiori costi che benefici.
Una seconda cosa che mi viene da notare, osservando anche come in questi frangenti sia più facile derogare a quelli che sono i comportamenti accettati dagli altri quotidianamente (come se non si aspettasse altro per dar fondo a mai sopite escandescenze) è quanto sia facile il processo imitativo trasgressivo, per il quale se qualcuno fa qualcosa che abitualmente non è possibile fare tutti si accodano senza pensare minimamente alle conseguenze. E' quasi come se non si aspettasse altro, quasi come se si attendesse una modifica delle condizioni sociali per dare la stura al comportamento tenuto celato dalla forza dell'etica. Si noti che lo stesso avviene per esempio nei linciaggi, o in tutti quei casi in cui è presente una folla che influisce sul comportamento degli altri facendo fare ad ognuno qualcosa che normalmente non farebbe. Qualcosa di simile accade negli stormi di uccelli, o nei banchi di pesci. La cosa è comprensibile se si pensa che l'uomo è un animale sociale, ma non perchè ha necessità di qualcuno con cui chiacchierare ma perchè la socialità del gruppo rappresenta una condizione di vantaggio per la sopravvivenza.Come tutti i comportamenti utili alla fitness generale dell'individuo sono accompagnati da premi appaganti, un po' come succede al sesso, al cibo o all'accudimento.Un altro lavoro del 2005 [Donovan et al. 2005] mostra come le persone che sentono maggiormente la necessità di appartenere a un gruppo presentano alcuni tratti comportamentali caratteristici: estroversione, gradevolezza, bisogno di stimoli e materialismo sono tutti aspetti che influenzano positivamente il bisogno di affiliazione.Si nota chiaramente come siano tutte caratteristiche ben accette all'interno di in gruppo, non solo perchè favoriscono l'aggregazione come estroversione e gradevolezza, ma anche perchè attraverso bisogno di stimoli e materialismo implicano una forte pulsione a trarre benefici egoistici dall'appartenenza al gruppo.Riassumendo: far parte di un gruppo deve portare più benefici che costi, altrimenti il gruppo si sfalda. Questi benefici sono a volte reali a volte artificiali, cioè costruiti ad arte. E' per questo che il premio predisposto (leggi selezionato) dalla natura per farci creare gruppi (piacere, euforia, contentezza) viene in qualche modo esagerato quelle poche volte (realisticamente, per un tifoso medio) in cui si presenta. La vittoria della propria squadra del cuore, la maggior parte delle volte, non porta nessun vantaggio al tifoso che festeggia se non il festeggiamento stesso, che è visto allora come il premio per la lunga fedeltà. Interessante è che però in alcune categorie sociali questo si presenta insieme alla trasgressione delle regole sociali di convivenza, che per qualche momento sembrano non valere più. Questo collegamento tra massima espressione del piacere e trasgressione delle regole sociali può voler dire che queste regole vengono vissute come una repressione e un fatto negativo?E in questo caso, si potrebbe ipotizzare che la causa che genera l'euforia del tifoso rappresenti una condizione di deroga accettabile dalle regole della convivenza?Ovviamente, con queste considerazioni, mi riferisco alle frange più esagitate del tifo, e non alle normali manifestazioni di gioia. E' da notare, comunque, che seppure in misura più limitata, in questi ultimi sono all'opera gran parte delle medesime forze che agiscono nei più scalmanati.
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Mark Dechesne, Jeff Greenberg, Jamie Arndt, Jeff Schimel, Terror management and the vicissitudes of sports fan affiliation: the effects of mortality salience on optimism and fan identification, European Journal of Social Psychology Volume 30, Issue 6, pages 813–835, November/December 2000
Ian Jones, A model of serious leisure identification: the case of football fandom, Leisure Studies Vol. 19, Iss. 4, 2000
Donavan, D. T.; Carlson, B. D.; Zimmerman, M.,The influence of personality traits on sports fan identification, Sport Marketing Quarterly 2005 Vol. 14 No. 1 pp. 31-42
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