Il 28 gennaio 1972 alle quattro e venti del pomeriggio venne a mancare Dino Buzzati. “Anarchico, conservatore, sentinella di uno stile, di un edonismo, che aveva un sottofondo duplice, torbido ed etico insieme, apparteneva alla penultima generazione di scrittori-giornalisti di via Solferino”.
Il mio ricordo e il mio grazieva a quest’uomo mite che mi ha regalato una delle letture più belle della mia giovinezza “Il deserto dei tartari” in cui il tenente Drogo trasferito alla fortezza Bastiani avrà prima repulsione di tale luogo e poi non potrà più farne a meno, in attesa di un attacco dei tartari che mai avverrà, consuma la sua esistenza fin quando ormai vecchio e malato verrà trasferito in città dove solo e abbandonato in una camera di una locanda con coraggio e dignità affronterà la sua unica e vera battaglia: quella con la morte.
Mi piace ricordarlo con le parole dello stesso tenente Drogo: “Ti ho vinto, miserabile mondo, non mi hai saputo tenere”.