le leggende e i documenti di tutti i popoli antichi narrano di esseri superiori antropomorfi, venerati e adorati dagli uomini. I nomi con cui venivano chiamati nelle diverse lingue vengono tradotti comunemente come "dèi" con la "d" minuscola, ma gli epiteti antichi erano in realtà descrittivi: Din.gir, in sumero, significava "I giusti delle navicelle spaziali"; Neteru, in egizio, significava "Guardiani"; Ilu, in accadico (da cui deriva il singolare El e il plurale di Elohim citati nella Bibbia), significava "I Supremi"; il greco Theos (da cui deriva il romano Deus) significava "Divino".
Leggende degli dèi, che gli studiosi trattano alla strategia di miti, ne attribuivano l'origine ai cieli, ne descrivevano diverse generazioni fino a quelli nati sulla terra, ne dettagliavano le lotte, le battaglie e le guerre combattute tra di loro, e attribuivano loro la creazione dell'umanità attraverso una Prima Coppia: la narrazione biblica di Adamo ed Eva non fa eccezione.
ZS ha analizzato questi "miti"nell'ottica di ricordi e di una raccolta di eventi realmente accaduti, avanzando l'ipotesi che le analogie siano dovute al fatto che, in tutto il mondo, questi dèi erano, in realtà, lo stesso gruppo di Anunnaki sumeri ("Coloro che dal cielo scesero sulla Terra"): l'ittita Teshub era l'accadico Adad, nonché (secondo ZS) il Thoth egizio (e in sumero Ningishzidda); anche Viracocha nelle Ande; Il mesoamericano Quetzalcoatl, sempre secondo Zs; il greco Crono era l'omologo del sumero Anu, mentre Zeus dell'Olimpo e Poseidone erano gli omologhi dei mesopotamici Ea/Enki ed Enlil, e dei cananei Ba'al e Yam, nonché dèi leggendari indù Vishnu, Indrae Vritra.
Le battaglie aeree di zeus contro Tifone, o di Horus contro seth, erano analoghe a quelle di Ninurta contro Zu, ecc. In grado di vagare nei cieli e in possesso di armi straordinarie, erano molto simili agli umani, tranne che per una solo cruciale differenza: parevano essere immortali. Ma in realtà tutte le narrazioni, incluse quelle sumere, accadiche, cananee, egizie, azteche, ecc. narravano anche la morte degli dèi (come quella di Zu e di Damuzi nelle leggende sumere, di Osiride in quelle egizie, di Ba'al in quelle cananee, nonché di Coyolxauhqui in quelle azteche).
Secondo Zecharia Sitchin, (ZS) "l'immortalità" era perciò semplicemente un'eccezionale longevità, dovuta al fatto che, per gli Anunnaki (e il loro ciclo vitale) , un anno su Nibiru (ossia un'orbita intorno al Sole) equivaleva a 3600 anni terrestri. L'esistenza di questi "dèi" con la "d" minuscola non solo non entra in conflitto con il credo di un Dio unico e universale (con la D maiuscola), ma conferma anche l'oppinione (sostenuta anche dagli stessi Anunnaki) di un unico "Creatore del tutto" cosmico-lo stesso Yhawhe che la Bibbia chiama "El Elohim" - "Dio degli dèi", che disse agli dèi Elohim nel Salmo 82: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti".