Dio e gli dèi, Jaweh e gli Elohim

Creato il 08 luglio 2014 da Dariosumer

La Bibbia è stata politeista sino al V secolo a.C.
  con Jahvè il sommo degli dèi.ù      

Jahvè è il nome personale di Dio, analogo a Pasquale o Michele. In ebraico il nome individuale di Dio
è l'incrocio di quattro consonanti (JHWH tetragramma) e vocalizzato in Jahvè, Jahweh o Yahweh.
La conferma che Dio possiede un nome è nel Salmo 83,19: Sappiamo che tu hai nome «Jahweh»...
Ma ancor più esplicito è il Salmo 8,2: O Jahweh, nostro Signore, quanto è glorioso il tuo Nome...
[I Salmi, G. Ravasi, Rizzoli 1986]. Nel primo Comandamento c'è l'autopresentazione personale di Dio "Io sono YHWH, tuo Dio" modificato nelle traduzioni "Io sono il Signore, tuo Dio".
Nella Bibbia ebraica il nome Jahvè è presente più di cinquemila volte, mentre nella Bibbia CEI non compare mai. In verità, il tetragramma JHWH è assente anche nelle precedenti Bibbie cattoliche e non c'è neppure nei manoscritti del Nuovo Testamento. Per quale motivo?


partiamo dal difetto congenito
Un Dio trascendentale, ma con un nome e una personalità individuale, contraddice
il principio di Assoluto. In verità, l'impronta umana di Jahvè è presente in tante sue manifestazioni: ira, vendetta, gelosia... e nelle sacre Scritture c'è persino la simbologia del suo organismo.
In sostanza, la stessa critica antropica rivolta agli dèi ellenici la ritroviamo nella biografia biblica di Jahvé. Motivo per cui, l'abrogazione del nome personale di Dio
[ - JHWH] era un atto "teologicamente dovuto" per decontestualizzare il Soprannaturale. Come eliminare, allora, tale errore commesso proprio da Dio?



Le due forme abrogative
C'è stato un disegno comune tra gli esegeti della Bibbia ebraica e cristiana nel rimuovere il nome individuale di Dio.
■ L'artifizio ebraico: 4 lettere ineffabili
Le quattro consonanti [ → JHWH] non si potevano depennare dal testo biblico perché erano impresse nella tradizione. E così fu ideata la soppressione orale: il nome di Dio non va letto, né menzionato. C'è ma non si legge! E chi trascriveva la Bibbia ebraica, prima di comporre il nome di Dio [], doveva fare un'abluzione con l'acqua: un rituale per purificarsi [Esodo 30,20].

■ L'artifizio cristiano: il nome surrogato
Le Bibbie cristiane, senza farsi troppi scrupoli, hanno soppresso il nome individuale
di Dio sostituendolo con il generico "Signore" o "Dio". Come se Pasquale o Michele li chiamassimo "uomo".

Quando è avvenuto il cambiamento nella bibbia cristiana?
Gli ebrei ellenizzati di Alessandria d'Egitto, quando tradussero la Bibbia in greco [La versione dei LXX], furono influenzati dai filosofi greci che avevano intrapreso una severa critica alle pseudo-divinità dell'Olimpo (Zeus, Venere...). E dalla critica agli dèi ellenici si passò alla critica del nome Jahvè sostituendolo con "Signore", "Dio" o "Altissimo". Questo cambiamento fu poi travasato nella Vulgata e successivamente nelle versioni in italiano, nonostante l'hebraica veritas.
La formazione religiosa di Cristo e degli Apostoli avvenne sulla Bibbia dei LXX. Tant'è vero che la maggior parte delle citazioni dell'Antico Testamento riprese dal Nuovo Testamento provengono dalla traduzione della Septuaginta: su 350 rimandi, 310 citazioni dalla LXX e 40 dal testo ebraico. Ragion per cui, Cristo e gli Apostoli si sono formati quando era già stato soppresso il nome di Dio. Ed ecco perché anche nel Nuovo Testamento non c'è scritto Jahvè.


Zitto! Non si deve menzionare il nome del Signore [Jahvè]
Amos 6,10

Gli dèi nella Bibbia
Nella Bibbia sono presenti vari personaggi divini e creanti, tra cui gli Elohim e Jahvè.
  Elohim [] indica gli dèi, sia maschili che femminili. È plurale numerico di "divinità".
  Jahvè [] è il nome personale di un dio maschio, il personaggio principale della Bibbia.
  Gli Elohim compaiono sin dalla prima frase della Bibbia [Gen 1,1]. È il terzo vocabolo in assoluto!
  Jahvè compare dal secondo capitolo della Genesi [Gen 2,4].

 

Nella Bibbia viene prima la "creazione" degli dèi e poi quella di Jahvè
Compaiono prima gli dèi che hanno plasmato i corpi inanimati [la terra, il Sole...] e successivamente
il dio  Jahvè che ha forgiato gli esseri viventi. Jahvè prende il sopravvento sugli altri dèi perché ha compiuto l'opera più importante: noi. Più esattamente, il maschio a sua immagine e somiglianza.
La prima frase della Bibbia ebraica [Genesi 1,1] Gli «dèi» nella terza parola
  
Testo ebraico, da destra a sinistra
La 3ª parola è Elohim = gli dèi


In primo luogo, vediamo la traduzione più fedele: «In principio gli dèi fecero il cielo e la terra».
Osserviamo, ora, cosa dice la nota della Bibbia Vulgata/Martini sulla parola "dèi".
Questa voce [Dio] è nel numero plurale, onde letteralmente si tradurrebbe: A principio gli dii crearono.
Ciò «parve argomento... delle pluralità delle persone che è in Dio».
C'è un'evidente forzatura per giustificare il plurale dii [gli dèi] con la Triade, nonostante Jahvé
non ha mai avuto un figlio in tutto il periodo dell'Antico Testamento. Ma soprattutto c'è la
conferma che tutte
le Bibbie ufficiali traducono in modo menzognero la prima frase della Bibbia.
■ Gli dèi nella nota nella Bibbia Martini   ■ Fecero  nella Vetus latina e nella Vulgata.

La soppressione degli «dèi»
Le stesse parole che hanno sostituito il nome personale di Dio [da Jahvè a Dio o Signore] sono
state utilizzate dalle Bibbie cattoliche per cambiare «gli dèi»: da Elohim → a Dio o Signore.
Con questa manipolazione - dal plurale al singolare - è stato eclissato il conflitto tra politeismo e monoteismo biblico. Tuttavia, nonostante le centinaia di soppressioni, nella Bibbia sono ancora presenti alcuni brani con «gli dèi» lì dove gli Elohim sono una correlazione e non il soggetto.

  

Dio è il Dio degli dèi   → Jahvé è il Dio degli dèi Deuteronomio 10,17

Dio si alza nell'assemblea divina, giudica in mezzo agli dèi Salmo 82,1 *

Dio è il Signore, grande Re sopra tutti gli dèi. Salmo 95,3

"Parla il Signore, Dio degli dèi" Salmo 50,1 **

Signore… o Re degli dèi Ester 4,17r

Chi è come te fra gli dèi, Signore? Esodo 15,11

il Signore vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei signori,
il Dio grande. Deuteronomio 10,17

è il Dio degli dèi Daniele 2,47

Ti loderò davanti agli dèi Salmo 138,1

il nostro Dio è più grande di tutti gli dèi 2-Cronache 2,4


Il Signore Dio disse allora: "Ecco l'uomo è diventato
come uno di noi,   → Jahvé si rivolge agli dèi: NOI divinità Genesi 3,22

Fra gli dèi nessuno è come te, Signore Salmo 86,8
  


(Dio) segnò i confini delle nazioni e diede a
ognuna un dio protettore.   Deuteronomio 32,8
Bibbia Interconfessionale Ed. 2001 Approvata dalla CEI


* Dio, nel senato divino, si erge tra gli déi. 
** È Dio che parla direttamente. 
La doppia matrice biblica  

  
La concezione politeistica/elohista nacque nel regno
settentrionale di Israele dall'influenza Babilonese, mentre quella monoteista/jahvista successivamente nel regno meridionale di
Giuda dalla casta sacerdotale.
Nel libro della Genesi si intersecano le due concezioni e i due
testi; sono ancora presenti le due matrici con significative
differenze sulla creazione e sulla vita nel Paradiso.
Nei brani politeisti, in Paradiso si potevano consumare tutti i
frutti (mela compresa), tranne quelli senza semi [Gen 1,29]
poiché il seme è il simbolo del maschio. Inoltre Adamo ed Eva furono creati nello stesso momento [Gen 1,27].
Invece, nei brani monoteisti la mela del sapere non doveva
essere mangiata per introdurre la cacciata dal paradiso e
l'ipoteca del peccato originale [Gen 3,3]. Inoltre, Eva fu creata
dopo l'uomo e dopo gli animali [Gen 2,20].
Il Nuovo Testamento ha scelto in tutto e per tutto la seconda
matrice «Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva»
 [1-Tm 2,13].

La monolatria biblicaJahvè è un membro della numerosa famiglia divina. Egli non nega l'esistenza dei colleghi dèi:pretendela superiorità, ma sa di non avere l'esclusività. Tuttavia, il duello per la supremazia è stato lungo e travagliato: il dio Baal è stato il principale antagonista di Jahvè, tanto da essere menzionato decine e decine di volte nella Bibbia [da Giudici 2,13 sino alla Lettera ai Romani 11,4]. Il dio Baal intercede nella domanda materialista (pioggia e fertilità), mentre Jahvè riveste una funzione più finalistica.In realtà, le due divinità rappresentano le due facce della domanda religiosa.
Il culto esclusivo del monoteismo si è affermato col trionfo di Jahvè solo dopo l’esilio babilonese(con Esdra, dal 539 a.C.). Di conseguenza, la Bibbia è stata politeista sino al V secolo avanti Cristo.Perfino nel "puro monoteismo" di Allah ci sono residui di politeismo. E siamo nel 610 dopo Cristo.
Quando l'esegesi cattolica asserisce che la Bibbia è sempre stata monoteista, dichiara il falso! E così gli Ebrei, quando si proclamano il "popolo monoteista per eccellenza", mentono dimenticandosi il trascorso di Jahvè. Tra l'altro, è più corretto parlare di «Jahvismo» piuttosto che di «monoteismo».
Il politeismo cristianoCon l'avvento del Cristianesimo si è passati a un politeismo triadico che l’esegesi ha truccato in "intrinseca unità". In realtà è sufficiente leggere i brani pertinenti per appurare che si tratta di una Trinità gerarchica e non consustanziale [tabella Trinità].Per di più, la parola «trinità» o «trino» non esiste in tutta la Bibbia, anzi «il Signore è uno solo»Bibbia CEI, «è un Dio solo» Bibbia Martini, «Dominus unus est» Vulgata in Deuteronomio 6,4.
In ogni caso, c'è una circostanza che fa piazza pulita della Trinità. Nel libro Sapienza - l'ultimo dell'Antico Testamento ma scritto dopo la morte di Cristo - Dio è sempre nominato al singolare: tu. «Non v'è infatti altro Dio fuori di Te» [Sap 12,13 - Bibbia Ed. Paoline 1969]. L'ultimo testo biblico ispirato da Jahvè, oltre a disconoscere la Resurrezione, sconfessa il dogma della Trinità. Anche su questo argomento nessun biblista ne parla.



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