Nel percorso evoluzionistico la cooperazione tra umani è risultata vantaggiosa all’autoconservazione… essa ha avuto bisogno per la sua concretizzazione di principi etici che funzionassero da regolatori sociali.
Valori aventi la qualità di essere al di sopra dell’uomo stesso.
Un’ingannevole trovata che ha la funzione di raggirare, anche se solo apparentemente, la funzionalità egoica dell’uomo.
L’assenza, la paura del nulla hanno fatto basilarmente la loro parte… per l’uomo il non senso di sé è angoscia, pertanto, mediante la spinta sociale propria all’incremento della popolazione, non poteva che evoluzionisticamente “volgersi” verso la socialità per la socialità, essendo ciò non solo funzionale alla sopravvivenza in senso stretto, ma anche il solo modo mediante il quale percepirsi… una sorta di senso di sé in divenire ottenuto attraverso rimando dell’altro.
Partorire un regolatore della condotta sociale, rappresentato da una entità perfetta e sopra terrena, ha permesso alla morale di penetrare facilmente nella struttura mentale dell’uomo, così da poter essere accettata e integrata nella personale coerenza di valori di significato.
Un ente non umano, non competitivo, completo, perfetto… privo pertanto d’assenza nonché di movimento vitale… una pura concettualizzazione rappresentante il bene assoluto.
Un Dio al di sopra delle parti, capace di contrastare l’egoicità istintuale e rappresentare così la guida pedagogica primaria, base per la regolazione delle relazioni tra umani e tra questi e il territorio ospitante… in pratica un prodotto socio-culturale locale funzionale alla sopravvivenza progettato a proprio uso e consumo.
E’ il Dio culturale ed ecologico l’invenzione più pregnante dell’uomo… ma l’uomo non può partorire altro che se stesso!
Da: "I burattini di Dio - La paura del nulla" - Mazzani Maurizio - ed: Gruppo Albatros Il Filo, Roma 2010