Nel 2001, Coupland decide infatti di scrivere un volume sul radicale cambiamento della mentalità giapponese, scaturito dalla mancanza di certezze dovuta al crollo del mito di una economia infallibile e al conseguente scoppio della bubble-economy.
Gli appartenenti alla dankai juniaa (nome istituzionale della generazione dei nati nella prima metà degli anni ’70), tra cui Hiro, il protagonista, e i suoi amici, si ritrovano a vivere il passaggio all’età adulta durante il così detto «decennio perduto» del Giappone. Ne nasce quindi una nuova generazione X, o, come scrive lo stesso Coupland, una «non-generazione».
«Siamo mattoncini personalizzati e deformati e non ci incastriamo su nessuna
piattaforma», scrive Hiro, come a interpretare il disagio di una generazione che non si ritrova più negli schemi educativi e nelle rigide convenzioni sociali del proprio Paese, ma che non ha la forza — o la possibilità — di proporre un vero cambiamento.
Il romanzo è davvero bello.