Diogene’s Cl(L)ub(amp). Mitografia di Sherlock Holmes/2

Creato il 29 novembre 2015 da Dragoval

Le mitografie possibili nella saga di Sherlock Holmes non si limitano alla figura del protagonista e di John Watson. Un altro personaggio a tale riguardo estremamente interessante è Mycroft Holmes, il fratello invisibile e quasi ignoto di Sherlock, che con la sua insensibilità, il suo amore per l'ombra, la segretezza e l'importanza del lavoroche svolge risponde pienamente all'archetipo di un' altra divinità invisibile.

[Se mentre state leggendo la vostra attenzione è disturbata dall'assillante domanda su che cosa c'entri Oscar Wilde, che tutti avrete certamente riconosciuto, così piazzato lì in bella vista, non posso che rassicurarvi sul fatto che se avrete la pazienza di leggere il resto del post scoprirete che qualcosa c'entra, fidatevi]

La figura di Mycroft Holmes viene introdotta per la prima volta all'inizio del racconto The Greek Interpreter (L'interprete greco), in cui Sherlock Holmes, nell'ambito di un'animata discussione che pur spaziando dalla moda spasmodica dei club del golf alle cause che determinano il cambiamento di un'orbita eclittica era essenzialmente incentrata sulla questione dell'ereditarietà dei caratteri (e dunque dell'eccezionale talento del detective nella scienza della deduzione), fa per la prima volta riferimento all'esistenza di un fratello maggiore, "dotato in un grado più alto delle sue stesse qualità"([M]y brother Mycroft possesses it in a larger degree than I do)

"I said that he was my superior in observation and deduction. If the art of the detective began and ended in reasoning from an armchair, my brother would be the greatest criminal agent that ever lived. But he has no ambition and no energy. He will not even go out of his way to verify his own solutions, and would rather be considered wrong than take the trouble to prove himself right. Again and again I have taken a problem to him, and have received an explanation which has afterwards proved to be the correct one. And yet he was absolutely incapable of working out the practical points which must be gone into before a case could be laid before a judge or jury." "It is not his profession, then?" "By no means. What is to me a means of livelihood is to him the merest hobby of a dilettante. He has an extraordinary faculty for figures, and audits the books in some of the government departments. Mycroft lodges in Pall Mall, and he walks round the corner into Whitehall every morning and back every evening. From year's end to year's end he takes no other exercise, and is seen nowhere else, except only in the Diogenes Club, which is just opposite his rooms." "I cannot recall the name."

Ho detto che mi è superiore nell'arte della deduzione e dell'osservazione. Se l'arte dell'investigazione iniziasse e terminasse ragionando in una poltrona, mio fratello sarebbe il più grande agente di polizia criminale mai esistito. Ma egli non ha ambizioni né energia Non gli interessa neppure verificare le proprie ipotesi, e preferisce essere giudicato in torto piuttosto che impegnarsi a dimostrare di avere ragione. Tutte le volte che gli ho sottoposto un problema, ho ricevuto una spiegazione che si è poi, nel corso del tempo, sempre rivelata essere quella esatta. Eppure egli sembra assolutamente incapace di procedere nell'effettiva realizzazione di quei passaggi indispensabili affinché un caso possa essere presentato dinanzi ad un tribunale"."Non è la sua professione, dunque?" "No, assolutamente. Ciò che per me costituisce una questione vitale è per lui un mero passatempo da dilettanti. Ha una straordinaria capacità di calcolo e controlla i libri contabili di alcuni dipartimenti governativi . Da un capodanno all'altro non compie nessun altro esercizio, né lo si vede in nessun altro luogo se non al Club di Diogene"."Il club di Diogene? Non riesco a ricordarmene".

Alla perplessità di Watson nel sentire il nome del Diogene's Club, Sherlock Holmes risponde di non stupirsi della sua risposta, visto che questo non è altro che il luogo in cui letteralmente si rintanano i più strani, abbienti ed influenti misantropi della città, che odiano la compagnia dei propri simili ma non disdegnano comode e lussuose poltrone in cui sprofondare bevendo tè e tenendosi informati attraverso gli ultimi numeri di riviste e periodici. Altrettanto singolari, è proprio il caso di dire, le regole del club: il non dare segno di accorgersi o di voler notare cosa stiano facendo gli altri membri e l'infrangibile regola del silenzio, la cui violazione, sia pure fortuita, se ripetuta per tre volte costa al malcapitato l'espulsione .

"Very likely not. There are many men in London, you know, who, some from shyness, some from misanthropy, have no wish for the company of their fellows. Yet they are not averse to comfortable chairs and the latest periodicals. It is for the convenience of these that the Diogenes Club was started, and it now contains the most unsociable and unclubable men in town. No member is permitted to take the least notice of any other one. Save in the Stranger's Room, no talking is, under any circumstances, allowed, and three offences, if brought to the notice of the committee, render the talker liable to expulsion. My brother was one of the founders, and I have myself found it a very soothing atmosphere."

Verosimilmente no.Ci sono molti uomini, a Londra, i quali, chi per timidezza, chi per misantropia, non hanno alcun desiderio della compagnia dei loro simili. Nondimeno, non sono certo contrari a comode poltrone e agli ultimi numeri delle riviste. È a beneficio di questi che il Diogene's Club è stato fondato, e ora riunisce i più incalliti misantropi della città, impossibili da includere in qualsiasi altro club . A nessun membro è consentito minimamente di prendere nota degli altri.Salvo che nella Stanza degli Ospiti, non è consentito parlare in nessun caso; la terza infrazione di questa regola, se portata all'attenzione dei custodi, rende il conservatore passibile di espulsione.Mio fratello è uno dei fondatori, ed io stesso vi ho trovato un'atmosfera davvero rilassante.

The Diogenes Club is the queerest club in London, and Mycroft one of the queerest men. [Il Diogene's Club è il club più eccentrico di Londra, e Mycroft uno tra gli uomini più eccentrici].

La descrizione fisica di Mycroft Holmes segue di poco le lapidarie conclusioni del fratello: facendosi strada fino alla Stanza degli Ospiti Club (non senza aver prima attraversato la hall in religioso silenzio, naturalmente), Sherlock lascia da solo Watson per un minuto, ritornando poi in compagnia del suo ospite.

Mycroft Holmes was a much larger and stouter man than Sherlock. His body was absolutely corpulent, but his face, though massive, had preserved something of the sharpness of expression which was so remarkable in that of his brother. His
eyes,which were of a peculiarly light, watery gray, seemed to always retain that far-away, introspective look which I had only observed in Sherlock's when he was exerting his full powers.

Mycroft era un uomo ben più massiccio e ben piantato di Sherlock. La sua figura era decisamente corpulenta, ma la sua faccia,sebbene grossa,aveva conservato quell'espressione penerante così notevole nel volto del fratello. I suoi occhi, che avevano una luce particolare, di un grigio acquoso, sembravano sempre perduti in quello sguardo lontano, introspettivo, che io avevo osservato soltanto in Sherlock quando egli impiegava al massimo grado tutte le sue facoltà.

Mycroft condivide dunque con Sherlock l'acume, la perspicacia, la capacità deduttiva. Ma non è tutto. Mycroft infatti è anche dotato di una memoria infallibile, capace di ricordare, gestire, organizzare al massimo grado di segretezza. Apprendiamo la verità sul suo lavoro quando egli, infrangendo in via del tutto eccezionale la propria inalterabile ora che la loro amicizia è stata rinsaldata da tante prove affrontate insieme, Sherlock può abbandonare la discrezione e la prudenza ( routine, si presenta nell'appartamento del fratello per coinvolgerlo nel recupero dei progetti del sommergibile Bruce-Partington (The Adventure of the Bruce-Partington Plans): One has to be discreet when one talks of high matters of state) e rivelare a Watson che Mycroft " non si limita a lavorare per il Governo britannico, ma che egli in alcuni casi è il Governo britannico" ( You are right in thinking that he under the British government. You would also be right in a sense if you said that occasionally he is the British government").

"My dear Holmes!" "I thought I might surprise you. Mycroft draws four hundred and fifty pounds a year, remains a subordinate, has no ambitions of any kind, will receive neither honour nor title, but remains the most indispensable man in the country." "But how?" "Well, his position is unique. He has made it for himself. There has never been anything like it before, nor will be again. He has the tidiest and most orderly brain, with the greatest capacity for storing facts, of any man living. The same great powers which I have turned to the detection of crime he has used for this particular business. The conclusions of every department are passed to him, and he is the central exchange, the clearinghouse, which makes out the balance. All other men are specialists, but his specialism is omniscience. [...] In that great brain of his everything is pigeon-holed and can be handed out in an instant. Again and again his word has decided the national policy.

Eppure Mycroft è anche capace di una insospettabile impazienza, nel momento in cui crede di vedere il proprio giudizio messo in discussione e la sicurezza del paese sottovalutata o messa in pericolo dalla superficialità del fratello

"To act, Sherlock-to act!" cried Mycroft, springing to his feet. "All my instincts are against this explanation. Use your powers! Go to the scene of the crime! See the people concerned! Leave no stone unturned! In all your career you have never had so great a chance of serving your country."

" Agire, Sherlock, agire!", gridò, balzando improvvisamente in piedi "Il mio istinto è del tutto contrario a questa spiegazione. Usa le tue facoltà! Va sulla scena del crimine! Guarda le persone preoccupate! Non lasciare neppure una pietra senza rivoltarla! In tutta la tua carriera non hai mai avuto una simile occasione di servire il tuo paese.

La divinità invisibile di cui dicevamo, al cui archetipo si rifà il personaggio, è naturalmente Ade, il signore del mondo infero, il cui nome greco significa appunto invisibile. I caratteri dell'archetipo sono essenzialmente legati all'invisibilità, alla dimensione del profondo, a ciò che è velato, nascosto, occultato e occulto eppure essenziale, come sostiene James Hillman ne Il sogno e il mondo infero:

Ade, come è noto, era il dio del profondo, il dio delle cose invisibili. Lui stesso era invisibile, il che potrebbe sottintendere che la trama invisibile sia A­de e che quel quid essenziale, che mantiene le cose nella loro forma, sia il segreto della loro morte. [...] E talmente invisibile, anzi, che in tutta l'arte dell'antica Grecia non si trovano rappre­sentazioni idealizzate di questo dio, come avviene invece per gli altri Dei. Ade non aveva emblemi che lo rappresentassero, tranne a volte l'aquila," e questo rivela il legame oscuro con il fratello, Zeus. Non ci sono sue tracce sulla terra: da lui non discende al­cuna stirpe, alcuna generazione.[...] Tutte queste prove in negativo concorrono però a formare un'immagine precisa, l'immagine di un vuoto, di un'interiorità o profondità che è scono­sciuta ma a cui può essere dato un nome, presente e avvertita benché non veduta. Ade non è un'assenza, è una presenza nascosta, una pienezza invisibile, si potrebbe dire.

Le caratteristiche psicologiche dell'archetipo sono uno sviluppo conseguente dell'invisibilità, del potere (Ade, ricordiamolo, era fratello di Zeus, e sovrano degli Inferi potente e inflessibile- illacrimabilis lo definisce Orazio nell')ma anche dell'isolamento. L'uomo rispondente all'archetipo Ade è spesso un invisibile, un rifiutato dalla società o che pur ricoprendo un ruolo socialmente importante rifiuta la socialità escludendo gli altri dagli abissi della propria esistenza:

Ade è un essere complicato, che complica la propria stessa vita. è orgoglioso, un despota, un padrone, ma ciò nonostante è timido e maldestro. Soffre senza lamentarsi, perché la sua altera disperazione vorrebbe disprezzare ciò che in realtà adora[...]soffre [...]per la propria debolezza di uomo forte.
[...]Ade è timido per orgoglio e umile per fierezza. Se non gli danno il primo posto preferisce l'ultimo. [...]La sua mente lo porta a studi occulti, alla filosofia, al sofisma, alla contraddizione, al paradosso, alla dominazione. La sua mente è tenebrosa anche se la sua intelligenza è vivace[...]
Nelle sue ire non conosce misura: gli insulti si sprecano e le espressioni più volgari e triviali vengono profferite senza riguardo per chi ascolta, sebbene egli sia un uomo raffinato ()

E ancora:

Il regno di Ade è il luogo che i mistici definiscono la buia notte dell'anima. Lo spettro della morte conduce ad Ade, la morte a tutti i livelli, fisica e non fisica, anche di un rapporto, di un modo di essere, di un proposito, di una speranza, di un significato. Il suo regno è l'inconscio personale e collettivo;lì vivono i ricordi, i pensieri e i sentimenti che abbiamo rimosso, tutto ciò che è troppo doloroso o troppo vergognoso, o che altri giudicano inaccettabile per permettere che si manifesti.. Per natura gli piace vivere solo, senza essere notato o importunato, è una persona "senza aspetto", quindi spesso invisibile agli occhi degli altri, che non colgono le ricchezze sotterranee di cui è dotato, può quindi vivere ai margini della società.
E' l'archetipo che spinge a riconoscere istintivamente, visceralmente ciò che non piace e non si desidera.L' "ambiente buio" indica che l' Eremita è colui che si è distaccato dai "comuni" riferimenti (luoghi comuni mai realmente compresi-analizzati dai più ma comunemente considerate "verità" di riferimento) . Mentre l' "uomo comune" ha "vie rischiarate" dai "neon pubblicitari" dei "luoghi comuni" l' Eremita , distaccatosi da questo , procede (osserva e ricerca) indipendentemente alla ricerca della "vera luce" della Conoscenza (attraverso il proprio esperire) . Tale "processo-percorso" di ricerca viene "assolto" (o accompagnato) dalla "fiamma-fuoco" della "lanterna"[...] che indica una continua ed attenta analisi consapevole (ad ogni passo) .[...]L' Eremita è "avvolto" (coperto-protetto) da un "mantello" al fine di non "disperdere" (senza motivo) la "luce interiore" (del Cuore-Anima) che egli già Ha/E' . [...]Tale "mantello" , con l' "ambiente buio" indica anche del procedere solitario (e quindi non dispersivo del "confrontarsi" inutilmente) dell' Eremita che si è (volutamente) isolato dagli "altri" , dai comuni luoghi comuni e dalla "normale" società .( voce dedicata di Wikipedia
Il suo talento speciale è svolgere un lavoro profondo. Severo, inesorabile, inflessibilmente giusto, irrevocabile nei suoi decreti, vive tendenzialmente solo nel suo mondo interiore. Le sue frasi tipiche sono "lasciatemi in pace" "voglio stare da solo". E' l'archetipo degli uomini o delle donne che si ritirano in solitudine, senza curarsi e senza accorgersi di quel che accade nel mondo, conducendo un'esistenza da eremita.(

Buio, profondità, solitudine sono anche gli attributi caratterizzanti dell'Eremita, il nono degli Arcani maggiori dei Tarocchi, che sembra avere riassorbito e trasformato l'iconografia legata al filosofo cinico Diogene di Sinope, che come ben ci mostra la tradizione aneddotica, in particolare quella raccolta da Diogene Laerzio, quanto ad insocievolezza non era davvero secondo a nessuno. Di notevole interesse, in particolare, l'elemento della lanterna , che il filosofo secondo la tradizione, portava accesa in pieno giorno alla ricerca -vana?- di un uomo moralmente integro, e che nella raffigurazione dell'Eremita diviene simbolo di un percorso di conoscenza la cui valenza esoterica e sapienziale è stata abbondantemente e diversamente indagata, nonché variamente ricondotta all'eresia catara ( e alla consonanza di quest'ultima con molti dei principi propri dei Fedeli d'Amore, ad esempio da Guido Araldo nel suo Dante e l'albero della vita ; si vedano in particolare, le pp.17-19, e qui sotto, le note a margine)

L'eremita si muove essenzialmente nell'oscurità, nella mancata certezza di raggiungere la verità che egli cerca ma che è possibile cogliere solo con l'acume di uno sguardo abituato alla contemplazione introspettiva, e che sia disposto a sacrificare per questo la compagnia degli uomini, morendo dunque per il mondo (formula che peraltro indica, accompagnata da apposito rituale, la monacazione negli ordini religiosi):

Isolamento, insocievolezza e rinuncia del mondo ci riportano dunque, con moto perfettamente circolare, esattamente da dove siamo partiti, ovvero al Diogene's Club (il cui nome ora appare ben più pregnante) e al nostro Holmes senior .Nonché , come annunciato, ad Oscar Wilde.

Cosa c'entra dunque Oscar Wilde con Mycroft Holmes? È quasi unanimemente assodato, tra gli studiosi e gli esperti dell'opera di Doyle, anzi potremmo ormai dire canonico il fatto che Wilde, corpulento e raffinato, tanto penetrante quanto incredibilmente indolente, sia stato il modello principale, forse il diretto ispiratore del personaggio (è sufficiente rileggere la descrizione sopra citata per vedere come gli si attagli alla perfezione). Arthur Conan Doyle e Oscar Wilde si erano in effetti conosciuti ad un pranzo di lavoro organizzato nell'Agosto del 1889 da Joseph Stoddard, 'editor della rivista americana Lippicott's Monthly Magazine,che li aveva entrambi sotto contratto per i diritti delle loro due future opere, rispettivamente la seconda avventura di Sherlock Holmes , The Sign of Four (Il segno dei quattro) e Il ritratto di Dorian Gray, pubblicate entrambe durante l'anno successivo. E' lo stesso Doyle, nella sua autobiografia Memories and Adventures (1923), a ricordare l'incontro e l'amicizia nata tra loro, corroborata anche dal comune interesse per lo spiritismo, ma mantenutasi comunque a distanza via via che la reputazione di Oscar Wilde andava compromettendosi. In realtà, secondo David Mickins (ma anche secondo molti altri), anche lo stesso Sherlock Holmes dovrebbe molto ad Oscar Wilde, evolvendosi, nelle opere successive a A Study in Scarlet, in" un esteta, un gentiluomo superiore con un tocco di sottile crudeltà"(" Holmes is an aesthete, a superior man with a touch of witty cruelty"). Quanto alla rispondenza di Wilde all'archetipo di Ade( benché non sia naturalmente questo l'unico tratto della sua personalità, come ad esempio suggerito anche qui), appare fin troppo evidente nell'ultima fase della sua vita, quando egli si trova a dover affrontare l'incriminazione e la condanna per omosessualità che gli costerà due anni di reclusione nel carcere di Reading - e che, evidentemente non a caso, genererà quel capolavoro sublime e straziante che è la lettera all'amato e infame Lord Alfred Douglas meglio nota con il titolo De profundis .

RISORSE E NOTE A MARGINE

-Traduzioni e corsivi in grassetto nel testo sono miei;

-Il titolo del post vuole essere - nelle intezioni, almeno, - un gioco di parole tra il Club e la lanterna ( in inglese lamp ) di Diogene

-Per una definizione della psicologia archetipica, ecco la relativa voce dell'Enciclopedia Treccani;

-Dell'iconografia dell'Eremita Dante si è verosimilmente ricordato nei versi 67-69 di in cui Stazio, attribuendo a Virgilio il merito della propria conversione al cristianesimo, ricorre alla similitudine dell'uomo che nell'oscurità fa luce agli altri che lo seguono ma non a sé stesso (ad indicare, forse, simbolicamente, l'insufficienza della sola ragione nel compimento del percorso mistico):

Facesti come quei che va di notte,
che porta il lume dietro e sé non giova,
ma dopo sé fa le persone dotte

-Noterella numerologico-sincronica: The Greek Interpreter, il racconto in cui come si è detto Mycroft compare per la prima volta, è appunto il nono della serie, come l'Eremita, abbiamo detto, è il nono degli Arcani. Sono certa che la coincidenza non sia potuta essere in alcun modo intenzionale, ed è per questo tanto più rilevante (in chiave archetipica e di ammissione dell'esistenza dell'inconscio collettivo);

-L'archetipo di Ade sembra adattarsi perfettamente non soltanto al personaggio di Mycroft, ma anche agli attori che lo hanno impersonato. rivela di aver messo molto di sé e della propria storia familiare nel difficile rapporto tra i due fratelli, profondamente legati ma anche divisi da una certa rivalità. Gatiss sarebbe stato infatti oggetto di vessazioni da parte del proprio fratello maggiore, il che avrebbe determinato un percorso di crescita e di emancipazione del sé dall' Marc Gatiss, coautore della serie Sherlock prodotta dalla BBC e ivi interprete del ruolo di Mycroft,( che compare nelle foto di questo post) in questa intervista rilasciata al giornale inglese Daily Mail , invisibilità e dalla segretezza della propria condizione particolarmente difficile.

Nel a ulteriore riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che gli asterismi davvero documentario della TV Scozzese Sulle tracce di Sherlock Holmes, l'attore Stephen Fry, che ha impersonato Mycroft nel film con Robert Downey jr., parla in qualità di più giovane membro della Sherlock Holmes- Gioco di ombre , dell'incontro e dell'amicizia tra Sir Arthur Conan Doyle e Oscar Wilde, quest'ultimo da lui magistralmente interpretato nell'ottimo Sherlock Holmes Society of London film di Brian Gilbert ( trascendono ogni mio controllo )

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