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Dipendenti Enel della Centrale del Mercure sul piede di guerra dopo la Sentenza del Tar di Catanzaro

Creato il 18 dicembre 2013 da Ecodibasilicata

“Con la sentenza odierna del tribunale amministrativo regionale di Catanzaro viene assestato un durissimo colpo al lavoro e allo sviluppo della valle del Mercure. Non intendiamo entrare nel merito dell’attività della magistratura. Il Comitato pro Centrale non lo ha mai fatto. Eppure in questa giornata tragica per il nostro lavoro ci chiediamo: ma che giustizia è questa che, dopo 12 anni di procedimenti amministrativi, anziché verificare la bontà del progetto, continua a cavillare su chi e come doveva approvare il progetto? La centrale Enel è completamente realizzata ed è in funzione da sei mesi e qualcuno la chiude per aspettare ancora qualche anno per decidere qual è l’autorizzazione giusta. La popolazione della Valle del Mercure ha bisogno di lavoro e impresa, non di carta bollata.
E invece parte della politica e del finto associazionismo ambientalista alimenta la burocrazia, gli innumerevoli ricorsi alla ricerca del cavillo, gli stratagemmi per ritardare l’entrata in funzione di una centrale che in questi mesi di attività ha portato benessere al territorio nel rispetto dell’ambiente. Questi notabili avranno pure di che gioire sulle spalle di molte famiglie disperate.
Il decreto annullato, distrugge numerosi posti di lavoro in un’area nella quale la disoccupazione regna sovrana con tassi che superano il venti per cento. Le famiglie di questi lavoratori si apprestano a passare un Natale da incubo mentre gente come i sindaci di Viggianello e Rotonda festeggeranno la loro inutile vittoria in una battaglia che hanno usato in questi anni per nascondere un immobilismo politico senza precedenti.
Ci appelliamo al Presidente Enrico Letta e al Presidente Napolitano. Su questa vicenda deve intervenire il governo nazionale. Il nostro paese è scosso in questi giorni da proteste e agitazioni popolari. Grida di disperazione di chi vede il proprio lavoro o la propria attività imprenditoriale andare in fumo. Non è possibile fermare un impianto a fonti rinnovabili già avviato e costato milioni di euro rendendolo una nuova cattedrale nel deserto. Tutto questo mentre l’Europa cerca di incentivare l’uso della biomassa legnosa vergine per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Tutti i membri del Comitato, i lavoratori della Centrale Enel, dell’indotto, della biomassa si riuniranno in queste ore per decidere lo stato di agitazione e manifestare fermamente contro quella parte delle istituzioni che impoverisce il territorio in nome di una sterile visibilità politica”.

Il Comitato Pro Centrale Enel del Mercure

castelluccio3Centrale del Mercure.


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