Vorrei provare a fare un ragionamento un po' fuori dal coro: sto parlando dei diritti da riconoscere alle coppie gay, su cui si è impegnato il governo e una pare della maggioranza.
Sebbene sia favorevole al riconoscere finalmente questi diritti, mi dispiace vedere come sembra che questi siano gli unici per cui battersi.
In un mondo in cui ad un'intera generazione si sta togliendo di tutto: la pensione, il lavoro, la possibilità di avere un futuro.
E' il mondo dei cervelli in fuga all'estero, come la ricercatrice che ha risposto al ministro Giannini che si complimentava per le borse di studio europee.
Non sto dicendo che dare diritti ai gay significhi togliere qualcosa ai precari, alle donne che se rimangono incinta perdono il posto, etc etc .
Ma faccio veramente uno sforzo per ricordarmi una mobilitazione per riconoscere anche questi diritti da parte della politica.
Evidentemente ci sono diritti e non diritti.
Potremmo anche aggiungere del diritto di vedere i propri eletti mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, senza troppi cambi di casacca, come racconta oggi Gilioli.Del diritto alla trasparenza dei dati, ancora non riconosciuto né per i finanziatori ai partiti, né per l'accesso agli atti dell'amministrazione pubblica.