Diritto all’acqua – #WORLDWATERDAY

Creato il 22 marzo 2015 da Allocco @allocco_info
“L’acqua è un diritto essenziale per la vita umana” recita la Dichiarazione Universale dei diritti umani.

Ma oggi oltre un miliardo di persone non possono fare affidamento su di una fornitura continua di acqua potabile, mentre 2,4 miliardi di persone – più di un terzo della popolazione mondiale – non hanno a disposizione impianti fognari adeguati. Le cause sono la scarsità e la disomogeneità delle precipitazioni, legate ai cambiamenti climatici ma soprattutto l’alto livello di inquinamento: nei paesi in via di sviluppo il 90% dell’acqua di scarico viene riversata direttamente nei fiumi, provocando ogni anno 250 milioni di malati.

Negli ultimi anni è cresciuto, soprattutto nei paesi ricchi, il consumo di acqua in bottiglia. Il consumo di acqua imbottigliata cresce del 7% ogni anno, con un picco del 15% nelle regioni dell’Asia che danno sull’Oceano Pacifico. L’assenza di modi di imballaggio più ambientalmente compatibili fa sì che questo costituisca un ulteriore accumulo di rifiuti che si aggiungono al ciclo dell’inquinamento.
L’Italia è uno dei più importanti “consumatori” al mondo di acqua potabile e ogni persona, mediamente, utilizza 179 litri l’anno di acqua in bottiglia (Mineracqua, 2005). La pubblicità ha fortemente condizionato i nostri comportamenti tanto che molta gente pensa che l’acqua in bottiglia sia meglio di quella dell’acquedotto. Ma questo non è vero.

BERE L’ACQUA DEL RUBINETTO È MEGLIO PERCHÉ:

  1. Costa molto meno: dalle 500 alle 1.000 volte in meno dell’acqua in bottiglia!
  2. È più sicura: recentemente si è riscontrato (Adiconsum) che 87 su 98 aziende di acqua minerale sottoposte a esame dal Ministero della Salute sono risultate non in regola! Inoltre, i limiti di concentrazione ammessi per alcune sostanze (es. arsenico) sono più severi per le acque potabili rispetto alle minerali.
  3. Non inquina: l’acqua minerale proviene spesso da zone molto lontane dal luogo di acquisto, quindi con un forte impatto ambientale dovuto al trasporto: un camion può trasportare circa 26500 litri (17667 bottiglie da 1,5 litri), sono necessari ogni anno oltre 280.000 viaggi, per quanti milioni di chilometri?
  4. Non produce rifiuti: imballaggi e bottiglie devono essere smaltite; le Regioni spendono molto di più per lo smaltimento delle bottiglie di quanto ricavano dalle irrisorie concessioni per il prelievo dell’acqua.
  5. E’ più fresca: l’acqua in bottiglia può essere consumata anche dopo anni.

Alcune acque minerali sono certamente di qualità e hanno fini terapeutici (non a caso un tempo venivano vendute solo in farmacia!), può esservi la necessità di usi temporanei in situazioni di emergenza, ma certamente non è giustificato l’indisciminato utilizzo odierno dove si è arrivati quasi a demonizzare l’acqua del rubinetto; è invece necessaria e urgente un’adeguata informazione sull’acqua di casa!

La migliore acqua da bere non si trova necessariamente in una bottiglia.

Se vogliamo bere acqua pura dobbiamo porre maggiori sforzi nel proteggere fiumi, laghi e falde idriche, e poi investire per garantire un buono stato e una gestione delle reti per la distribuzione dell’acqua.

E’ fondamentale, affinchè l’acqua sia un diritto, che la sua gestione sia basata su principi di solidarietà e risparmio della risorsa, garantendo a tutti un quantitativo minimo giornaliero (almeno 50 litri) e solo oltre il quale far pagare le tariffe in proporzione all’eventuale consumo crescente.

Per questi motivi la gestione delle acque potabili deve essere dello Stato (con gli enti pubblici preposti).

Il WWF è stato tra i promotori della legge d’iniziativa popolare promossa dal “Forum italiano dei movimenti per l’acqua” concernente “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico“.

Sono state raccolte, e consegnate nel 2007 al Presidente della Camera, più di 400.000 firme.  Leggi >>

Di tutta l’acqua dolce, solo il 2,5% è potabile, e la maggior parte di questa, il 99%, è racchiusa nei ghiacciai o raccolta sotto terra in profondità. Lo 0,3% che rimane forma il ciclo dell’acqua, uno dei sistemi di sostegno della vita del pianeta. Eppure, anche di questa quantità minuscola, solo una parte è disponibile per l’uso umano. E’ stato stimato che il consumo mondiale annuo di acqua è vicino ai 4.000 miliardi di metri cubi, pari a circa 755 metri cubi per abitante della Terra.
Il problema, come sempre, è la distribuzione condizionata soprattutto dalla disponibilità di infrastrutture che ne agevolino l’utilizzo: uno statunitense, ad esempio, consuma 2.150 metri cubi di acqua l’anno, mentre un nigeriano ne consuma 45.
L’Italia si colloca tra i paesi ricchi di risorse idriche con una disponibilità annua di 155 Km cubi, pari ad un volume pro capite di 2.700 metri cubi che si riduce però a 2000 considerando la natura irregolare dei deflussi e delle difficoltà pratiche di utilizzo. Il volume disponibile precipita poi a 928 metri cubi a causa del cattivo stato dell’allacciamento idrico che favorisce le perdite.

Da WWF

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