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DISAGIO
Avete presente quei messaggi registrati o gli annunci nei supermercati o nelle stazioni ?
“ci scusiamo per il disagio ! –
Siamo talmente abituati alle comodità e quando non ci sono ci casca il mondo addosso.
Non riusciamo a sopportare situazioni scomode e ne soffriamo.
Succede qualcosa di simile quando le cose non vanno come dovrebbero. Ci aspettiamo che certi eventi si verifichino, non succede, il risultato è lo stesso, ed ecco il finto disagio.
Sul dizionario trovo : -mancanza di agi, di comodità; condizione o situazione incomoda, imbarazzo, mancanza di cosa utile o necessaria.-
Il disagio va di moda da almeno dieci anni.
E’ molto difficile cambiare le mode.
Nessuno ha mai creduto veramente di poter lanciare una nuova moda.
Ci siamo tenuti le mode di altri.
Ci manca il potere della comunicazione.
Ma se da domani uscissimo con un calzino diverso dall’altro con l’intenzione di lanciare una moda come minimo ci prendono per scemi. Potreste anche provarci, ma sarà molto difficile diffonderla.
Ci sono persone specializzate che analizzano tendenze, giornalisti che pubblicano su varie testate le novità del settore di moda, pubblicità milionarie ecc.
Il calzino diverso non sarà seguito. Si fermerà all’intenzione.
Io l’intenzione ora ce la metto. Scrivo con una ispirazione, un motivo di base, importante :
– ho percepito del disagio. Ne è arrivato un po’ anche a me.
Un’amica su facebook posta un foto del centro del nostro paese in un pomeriggio, poche persone in giro, una vera desolazione.
E’ vero che a certe cose ci si abitua e se la moda è avere paesi vuoti… allora va bene così.
Tutti a scrivere sui social network, commenti al veleno, frizzatine a più non posso e l’amica che al grido “riprendiamoci il paese” risulta essere una voce fuori dal coro.
Ci sono persone che hanno letto i messaggi, tutti meditano, nessuno parla; si interrogano sul nostro futuro, se qualcosa può cambiare.
Nel nostro centro in certi giorni sembra ci sia una riedizione del passaggio del fronte (e io non l’ho visto, ma dicono non ci fosse nessuno per la gran paura)
La proposta di “occupare il paese” risuona non nel senso bellico, ma cerca di stimolare il senso “sociale”.
Si tratta di individuare un gruppo fisso di persone, alle quali se ne possono aggiungere altre, incontrarsi in centro o sul piazzale anche solo per scambiare due chiacchere e….con i telefonini spenti se no non c’è divertimento !!!
Attenzione ! Le persone non potremo sceglierle.
Siamo stati tutti a scuola ?
Nessuno sceglieva i compagni di classe. Ci siamo tenuti i compagni che ci avevano assegnato nella classe.
L’unico modo per evitarli era quello di cambiare classe.
Noi abitiamo nel nostro paese, io ci sono nato, abito nella stessa casa da oltre cinquanta anni. Come a scuola non ci sarà concesso respingere i componenti del paese, magari potremo conoscere persone brillanti che non sapevamo fossero castellani.
Potremo trovarci nel nostro centro, viverlo. Tanto i commenti su facebook potremo farli dopo, i social non scappano…
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