Tutti assolti i 19 imputati a processo in Corte d’assise di Chieti per le discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara). Per il reato di avvelenamento il fatto non sussiste, mentre per il reato di disastro ambientale derubricato in disastro colposo non si è proceduto per intervenuta prescrizione: questa la sentenza emessa oggi pomeriggio dal giudice Camillo Romandini. I 19 imputati sono quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison: i pm del tribunale di Pescara Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini avevano chiesto 18 condanne e un’assoluzione e pene da 4 a 12 anni e otto mesi. La scoperta della discarica più grande d’Europa – 25 ettari di rifiuti tossici – risale al 2007 dopo più di un anno di indagini del Corpo forestale dello Stato avviate a seguito del ritrovamento nel fiume Pescara di considerevoli quantità di clorometanoderivati.
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LA REAZIONE – «Il disastro ce l’abbiamo, esiste, e ce lo teniamo». Queste le parole di Augusto De Sanctis attivista portavoce del Forum Acque Abruzzo tra i primi a denunciare la discarica di Bussi: «Non ci sono colpevoli pur di fronte all’acqua avvelenata e a un disastro accertato. Chiedo quindi la riapertura dei pozzi Sant’Angelo, a valle della megadiscarica, che furono chiusi nel 2007 dopo le nostre battaglie, quelli che ancora oggi inquinano, perché evidentemente non sono un reato»
Fonte: Giornalettismo