Dischi parlanti – Black Star: il ritorno di David Bowie

Da Farmacia Serra Genova

Ieri era l'otto gennaio. O meglio, l'otto di gennaio, giornata ormai segnata inesorabilmente da un tormentone che – anche a distanza di anni – continua a farmi sghignazzare.

Sempre l'otto di gennaio è anche il compleanno di uno degli uomini di scienza più importanti di sempre: Stephen Hawking, noto soprattutto per i suoi studî sull'universo e i buchi neri, e per uno sconfinato e altrettanto sconfinatamente elegante senso dell'umorismo. Ma non dovremmo parlare di dischi, qui? Certo, un attimo, ci arrivo. Volevo arrivarci pian piano, con un elegante passaggio da Stephen Hawking – l'uomo che studia l'universo e le sue stelle – alla stella nera di David Bowie. Perché forse non tutti sanno che ieri era pure il compleanno di David Bowie, e che proprio nel giorno del suo sessantanovesimo genetliaco – mentre Ascanio entrava chissà dove – è uscito il nuovo album del Duca Bianco, intitolato appunto ✮, ovvero Black Star.

Quello tra Bowie e le stelle è un rapporto ormai di lunga data (basti pensare a Starman, o a The Stars Are Out Tonight), quindi ★ appare subito familiare. E poi diverso. E poi ancora familiare. E poi ancora totalmente diverso.
Confesso che non ho ancora ascoltato l'intero disco, ma da quel che ho potuto già constatare, l'effetto dello spettro eternamente cangiante ma immutabile come la più splendida delle sequoie a cui il Duca ci ha sempre abituati sia con la sua arte che con il suo corpo (che è in fondo anch'esso una forma d'arte) è assicurato.
Il primo assaggio dell'album è arrivato qualche settimana fa con il video di Black Star: un gioiellino visionario sui cui significati potremmo arrovellarci per ore. Ma non vedo perché sprecare le ore ad arrovellarci, quando "c'è così tanta bellezza nel mondo" e così tanto Bowie da guardare e ascoltare.