di Paolo Cardenà-
Ieri comandate da regimi dittatoriali ed ambizioni egemoniche, oggi da interessi finanziari ed economici forse non meno cruenti dei primi. Tra questi disastri esiste un unico comun denominatore: il vantaggio di pochi attraverso l'oppressione, il controllo e la sottomissione dei popoli.
"La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e violenta e tutto è perduto"