Discriminazione di genere nell’infanzia

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Questa è la pubblicità di Prenatal, pubblicata su Io Donna, quell’allegato al quotidiano tanto sessista di nome la Repubblica. Io Donna mi è stato segnalato più volte per contenuti sessisti e softpedopornografici.

Prenatal, famoso brand di abbigliamento per bambini non è esente da stereotipi di genere.

La pubblicità comincia troppo presto a porre le donne come oggetto sessuale sotto gli occhi di un piccolo uomo messo apposta lì per giudicarle.

La bambina, secondo la pubblicità dovrebbe chiedere ad suo coetaneo (almeno questo, ci mancherebbe altro!) se è adorabile, nonchè appetibile nel gergo infantile.

Adorabile è inoltre sinonimo di graziosa ed esprime la grazia che può avere solo una fanciulla addomesticata, roba da femmine per intenderci.

L’Udi di Reggio Calabria ha denunciato due episodi dei quali è necessario parlarne. Su questi due episodi ci ha parlato della discriminazione di genere in età infantile, spesso pre-scolare, come i tre soggetti della pubblicità sopra citata.

Le bambine subiscono una doppia discriminazione: quella da parte dei media e quella da parte degli educatori (maestri e genitori). Alle bambine viene promosso lo stesso stereotipo che poi le accompagna fino all’età adulta tramutandosi poi in discriminazione e violenza. Devi essere una brava donnina di casa, una mamma oppure devi essere sexy, pena la stigmatizzazione e la violenza di genere.

Da qui nasce la famosa erotizzazione del corpo infantile di cui personalmente sto denunciando nella mia campagna Libera Infanzia, la campagna che si occupa di liberare i bambini dagli stereotipi di genere.

Ho continuato a sfogliare Io Donna e le bambine a differenza dei maschietti hanno pose che richiamano quelle delle donne adulte. 

Le bambine hanno 8,7, 6 e perfino 4 anni. Hanno il trucco e gli scatti le vengono fatti in modo che si noti.

Il settimanale non si fa certo problemi a inserire l’età delle piccole modelle.

 Possibile che nessuno si indigna?

 I bambini nascono con una visione di genere egualitaria. I maschietti non ci vedono nulla di male nel piangere dopo essersi sbucciati un ginocchio, perchè è un gesto naturalissimo..infantile.

Perchè un adulto deve intervenire, magari prendendolo pure a sberle, impartendoli che solo le femmine piangono?

A voi non pare un sopruso? Non vi offende che una femmina dev’essere relegata a frignona, sentire che essere femmina significa essere inferiore all’uomo e che un bambino debba nascondere le proprie emozioni. Non vi indigna che un bambino venga preso a schiaffi solo perchè la nostra cultura vuole imporre e tramandare una disuguaglianza di genere? 

Allo stesso modo le bambine che non trovano nulla di male nel giocare con le Lego finchè un adulto non ci metta mano ricordandogli che le femmine devono giocare con le bambole e le aspirapolveri folletto in miniatura, perchè in futuro dovranno occuparsi della casa e della famiglia…

…O magari quell’adulto un pò pedofilo che a suon di scapellotti le impone di mostragli le mutandine.

 L’erotizzazione delle bambine è figlia di una cultura patriarcale, la stessa che mercifica il corpo delle donne, in quanto associa il femminile al richiamo sessuale.

Richiami all’erotizzazione delle donne e del corpo infantile non li troviamo soltanto nelle riviste e nei brand di moda, ma anche nella vendita delle fashion dolls. Le fashion dolls sono bambole con lineamenti sensuali e abbigliamento succinto. Queste bambole insegnano alle bambine che la società, oggi e domani, si aspetta da loro solo una cosa: quella di essere sexy e avvenenti. Le bambine desiderano essere come loro in quanto le reputano vincenti.

Lo stesso lo si può dire contro quelle pubblicità (e i giocattoli) che impongono alle bambine di recitare ruoli da casalinga.

La pubblicità che vi ho allegato è quella della LittleTikes.com, postata da questo blog che non si è risparmiato per nulla la battutina sulle mamme femministe, come se bisogna essere per forza femministe per andar contro gli stereotipi di genere. 

 La foto ci mostra un bambino che risponde al telefono e una bambina che esegue le faccende domestiche.

Si parla di bambini che imitano gli adulti. Non si capisce perchè debbano imitarli in modo così stereotipato.  Cosa si aspetta quindi dai bambini sembra intuibile da quello che ci propone il marketing: Ruoli prestabiliti imposti attraverso i giocattoli e la pubblicità senza contare quanto siano dannosi per l’affermazione dei generi nella società.


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