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Diseducazione: sui paradossi nel pagamento del canone Rai e sulla mission teocratica dei media italiani da Benigni alle Home dei quotidiani, riflessioni e considerazioni.

Creato il 26 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
seneca

Un bellissimo busto di Seneca

di Rina Brundu. Chissà perché mi pareva che il termine non esistesse in italiano, eppure era l’unico che mi veniva in mente: diseducazione. Poi ho scoperto che il sostantivo esiste anche nella lingua di Dante e la sua significazione precisa è “educazione fallita o controproducente”. Io però preferisco la significazione spagnola: mala educación.

E di cattiva educazione (in senso lato), non si può non parlare quando si guarda allo status quo mediatico italiano, specie in questi giorni. Ieri sera e nei giorni scorsi scorrevo, per curiosità, ma anche perché questo tema mi interessa sempre di più, il palinsesto di Rai Uno: resto convinta che se Gesù Cristo l’avesse visto avrebbe sbottato “e checazz! Mi avete preso per Kim Il Sung?!”. E già perché una tal “dittatura mentale” non piacerebbe neppure a quel figlio di Maria che si sarebbe incarnato per vie traverse per portare un pò di luce nel mondo: un poco come dire missione fallita!

Scherzi a parte, per chi non é abituato fa davvero impressione questa sorta di crociata teocratica dei giornali e telegiornali italiani, porta a pensare, a razionalizzare e a interrogarsi: ma perché questo paese sembra correre a gran velocità verso il treno che arriva? Non sarà forse che i media hanno una responsabilità preponderante? Del resto chi, se non i media, é responsabile per una “educazione” di tipo medievaleggiante, laddove gli unici portatori della “verità scientifica” sui canali Rai sembrerebbero essere l’ottuagenario Piero Angela (che pure ho rivalutato nell’ultimo periodo, parendomi che egli sia ormai l’ultimo boiardo mediatico a difendere una data visione mentalmente libera del micro e macrocosmo che viviamo), e l’impareggiabile Roberto Giacobbo? Che dire poi degli indefessi redattori di giornali come il Corsera che producono a ritmo sostenuto poster blanket-size del papa e di Renzi in una reinterpretazione tutta loro del motto: Dio e Patria?

Il problema – a mio avviso – è che l’unico motto da utilizzarsi in un simile contesto di degrado intellettuale (basti vedere l’ennesima riproposizione dello show di Roberto Benigni in tv), è “cornuti e mazziati”. “Cornuti” perché le reti Rai continuano ad essere quelle più viste anche dai bambini (sebbene, fortunatamente, la tecnologia offra oggigiorno strumenti di formazione alternativi che consigliamo vivamente alle famiglie), e “mazziati” perché pur dovendo ricercare fonti di “acculturazione” alternativa siamo costretti a sovvenzionare il teatrino diseducativo che mamma Rai propone: ma non dovevano riformarla questa azienda, o la supposta “riforma” riguarda solo il cambio al vertice di un AD il più possibile vicino al renzismo imperante?

Nel dubbio, meglio che le famiglie si diano da fare perché il domani che aspetta i loro bambini non è intellettualmente facile. La buona notizia – se così si può dire – è che grazie al digitale una qualche alternativa esiste, gratuita tra l’altro. Di fatto ci sono moltissimi canali, da Focus, a Real Time, a Discovery che mandano in onda documentari davvero interessanti, prodotti con metodo rigoroso come si usa in America o in Gran Bretagna e insegnano davvero tanto su qualsiasi branca del sapere. Insegnano che i roveti ardenti non parlano, che i miracoli non esistono, insegnano la gratitudine che si deve alla nostra ignoranza, la quale con la sua sola esistenza ci stimola ad alzarci ogni giorno per colmarla. Soprattutto, come sovente scrivo in questi miei post – insegnano che i portenti del “dio quantistico” sono ben superiori a quelli degli dei, o supposti tali, delle religioni umane costruiti a nostra immagine e somiglianza… il che é tutto dire.


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