Ho una foto di me che a stento cammino, in equilibrio su quelle gambettine chiatte chiatte e quei vecchi sandaletti della chicco così tipicamente anni 80', che tento di calciare un pallone che è ha un diametro inferiore della mia altezza si e no di una decina di centimetri. Colpire una palla è quasi un gesto istintivo, e il calcio è uno dei giochi più elementari al mondo, con una straordinaria potenza. Basta una sfera e si possono tenere insieme 22 persone a giocare. Nella mia infanzia, prima dell'avvento delle console e dei pro-evolution soccer, dio non era il ragazzino con la pes3 più aggiornata.
Dio era il ragazzino con il pallone. E non un banale supertela, con il supertela ci giocano le femminucce quando vogliono far finta di giocare a pallavolo. Il cuoio, quello con i poligoni neri, quello che a colpirlo di testa ci si faceva male, quello che a calciarlo con forza e dargli un po' d'effetto ci voleva un'estrema potenza per le gambette di bambini di 11 anni.
Ogni volta che ci sono grandi manifestazioni, Olimpiadi, Mondiali di calcio, Mondiali di Atletica, grandi momenti di aggregazione, ci piace illuderci dello spirito dell'antica olimpia, quella che fermava le guerre, almeno per tutto il tempo della manifestazione. Ci piace cullarci nello spirito di de coubertin, ci piace parlare, parlare, parlare, dicendo che questo è un mondiale importante per l'Africa. Per l'integrazione, per la lotta al razzismo e nella fame nel mondo.
Siamo quelli cui piace pensare che la storia finisca come in Fuga per la Vittoria. Ci piace Pelè e ci piace che Rambo pari il rigori ingiusto all'ultimo minuto. Soprattutto ci piace sentir dire: << se scappiamo ora, perdiamo più di una partita >> e ci piace vedere che (QUALCUN ALTRO) si lotti per la giustizia e il bene.
Il punto è che quella "partita" , quell'evento, quello vero intendo, quello della "partita della morte" , si concluse come si concludono molti dei cosiddetti gesti "eroici" , si conclude con la tortura, la fucilazione, la deportazione degli ucraini che ebbero l'orgoglio di sconfiggere gli ufficiali delle SS, in uno stadio che non cantava l'inno ucraino, ma semplicemente pieno di ufficiali nazisti.
Perdonate il disfattismo, ma di questi tempi, la mia povera generazione fa un po' fatica...