Buongiorno Valeria, buongiorno amici del blog “La disoccupazione ingegna”!
Sono ormai 3 anni e 6 mesi che cerco disperatamente “lavoro” e a parte lavoretti molto brevi come hostess/promoter, o collaborazioni a chiamata con varie agenzie per il lavoro, non ho trovato nulla.
La città dalla quale vi scrivo è Lodi ( 30 km da Milano ) e ci tengo a precisarlo, per tutti quelli che pensano e sostengono che al nord sia più facile trovare lavoro.
Il parere che io mi sono fatta in questi anni, è che al nord sia soltanto più facile trovare “ i furbetti “ che cercano di sfruttarti in ogni modo e di fregarti, facendoti lavorare e poi dicendoti che “ c’è la crisi e non ti posso pagare “.
Vorrei ricordarvi che, non a caso, nella nostra costituzione, del lavoro se ne parla come di “un diritto del cittadino“ e “ la retribuzione, spetta al lavoratore per l’attività svolta. E’ la principale obbligazione in capo al datore di lavoro.
La retribuzione connota il rapporto di lavoro come un contratto oneroso di scambio. Nel caso di retribuzione percepita da un lavoratore dipendente, su usa il termine salario ”.
In conclusione, IL LAVORO NON E’ MAI VOLONTARIATO, NON CONFONDIAMOCI!
Detto questo, vorrei raccontarvi una mia esperienza recente, con una delle più grosse aziende del mondo … la Nestlè.
A seguito di una mia candidatura per la posizione di “ addetta vendite “, vengo contattata dall’ufficio personale, per partecipare al “RECRUITING DAY NESPRESSO“. Mi viene chiesto telefonicamente, quali fossero le mie precedenti esperienze lavorative e ricevo una mail di conferma per partecipare alla suddetta giornata di selezione. Arrivo ad Assago (MILANO) alle 15,30, in uno dei più grossi uffici d’Italia e mi ritirano subito il documento d’identità in cambio di un badge elettronico, per ragioni di sicurezza dicono. Mi fanno accomodare insieme ad altre 8 candidate e ci fanno attendere oltre mezz’ora prima di procedere alla presentazione dell’azienda con annesso colloquio individuale.
Saliamo al 6° piano e durante il mio tragitto, noto che sono sparse macchinette del caffè e cialde ovunque in giro per gli uffici.
Entriamo in una grande stanza conferenze con un tavolo ovale, accompagnate dalle 3 selezionatrici.
Una di loro esordisce dicendo: “Siete tutte clienti Nespresso?“ Resto per un attimo allibita, in quanto noi siamo lì per cercare e possibilmente trovare un posto di lavoro e non per diventare clienti Nespresso.
Alcune dicono di sì e altre invece come me, si astengono dal rispondere. A quel punto, la selezionatrice, preso nota delle astenute, comincia ad indagare sul perchè e per come non fossimo ancora clienti Nespresso.
Una ragazza risponde che lei vive con i genitori, e che non si occupa lei di questioni che riguardano il fare la spesa al supermercato.
Quando vengo interrogata io, mi accodo a quanto precedentemente detto da quella ragazza.
A questo punto, la selezionatrice procede con la presentazione dell’azienda, una delle multinazionali più grandi del mondo, con fatturati da capogiro, George Clooney come testimonial, e bla bla bla …
Si arriva finalmente al punto in cui si parla di che cosa l’azienda stesse realmente cercando … si parla di “ Coffee Specialist “, di “Ambasciatrici del gusto “ … Eeeehhhhh ??? Io pensavo cercassero delle semplici commesse !!! E quali caratteristiche dovrebbero avere queste “ Coffee Specialist “ ? OTTIME DOTI RELAZIONALI ( Ok ! ), BUONA CONOSCENZA DEL by Browser Shop"> by Browser Shop"> by Browser Shop">COMPUTER
Adesso la domanda sorge spontanea, anzi le domande sorgono spontanee, se io fossi laureata in lingue e conoscessi il giapponese, presenterei la mia candidatura per lavorare come commessa per Nespresso secondo voi ? Non direi proprio !
Oltre tutto, non capisco perchè per poter vendere macchinette per caffè e cialde, io dovrei diventare una caffeinomane !
Nel frattempo alcune mie compagne di (dis)avventura, cominciano a raccontare le loro precedenti esperienze in Nespresso e dicono che Nespresso produce 23 diversi tipi di cialde, e quindi di aroma/gusto di caffè e che le Coffè Specialist, devono conoscere tutti i tipi alla perfezione per poterli eventualmente proporre ad un cliente molto esigente.
Un’altra dice di aver lavorato nella boutique di Bari, e di essere diventata un’ottima cliente, di avere la loro macchinetta del caffè a casa … eh ci credo !!! Se obbligano le loro commesse ad assumere caffè in quantità spropositata, mi pare ovvio che dopo si crea una certa dipendenza dal prodotto!
Comunque, in tutto questo vorrei ricordarvi che io stavo solo cercando lavoro, e che non mi interessa assolutamente diventare una caffeinomane convinta !
A quel punto comincio a perdere la pazienza, e mi preparo psicologicamente ad affrontare il colloquio individuale. Nel colloquio individuale, esordisco dicendo che gradirei abbandonare subito la selezione, e mi viene chiesto il perchè.
Spiego che ho 30 e ne ho lavorati 8 in negozio come addetta vendite nel settore tessile casa, e tuttavia non ho mai acquistato una tovaglia né un tappeto !
Che secondo me, una brava venditrice, non deve per forza essere quella che diventa la principale cliente del marchio e che tutti i mesi, lascia giù alla sua azienda la metà del proprio stipendio perchè è diventata dipendente dal loro prodotto. E inoltre aggiungo, che io sono una semplice diplomata al Liceo socio psico pedagogico e che per mia sfortuna parlo solo l’inglese a livello scolastico, ma in ogni caso se fossi stata una laureata in lingue, con conoscenza del giapponese, dell’arabo o del russo, non avrei di certo proposto la mia candidatura per la posizione di addetta vendite, ma avrei aspirato a molto di più nella mia vita, e certamente sarei andata a sfruttare le mie capacità e competenze all’estero !
Detto questo, mi viene fatto presente, per assurdo, che il problema della scarsa conoscenza delle lingue, non è di fondamentale importanza, ma il fatto che io non sia un’appassionata di caffè, mi esclude automaticamente dall’iter di selezione.
Bene, direi che mi sono dilungata sufficientemente nel raccontarvi questa mia breve ma intensa, esperienza di ricerca del lavoro. Ora sta a voi trarne le conclusioni.
Vi lascio soltanto un suggerimento che mi è balenato per la testa, ripensando alla recente esperienza vissuta … ma se volessi andare a lavorare per la Ferrero, per esempio, dovrei mangiare tutto il giorno kinder delice e Nutella ? No perchè, se le condizioni poste sono queste, informate pure l’azienda che sono libera e disponibile sin da subito, e che accetterei pure uno stage con un misero rimborso spese !
Nella speranza di avervi strappato un sorriso, vi saluto e vi auguro una buona giornata !
Sabrina
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