Disoccupazione. Che uso vogliamo farne?

Creato il 12 dicembre 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

Nei paesi di più precoce industrializzazione il lavoro è diventato inaccessibile ad un gran numero di lavoratori qualificati. L'esito è un aumento di disoccupazione. Irrimediabile? Dove questo sta di fatto liberando tempo per attività più qualificate, uscirne dignitosamente ritorna possibile.

Se vogliamo dare ascolto ai contenuti recentemente pubblicati da Alan Wheatley per Reuters [1], la globalizzazione ha prodotto una serie di
effetti notevoli. Tra questi spiccano la più ampia distribuzione geografica delle capacità lavorative ed un eccesso globale di risparmi.

In alcune regioni del mondo, si stanno sommando ad essi altri effetti collegati alla riduzione delle nascite e all'aumento della durata delle nostre vite. Abbiamo più tempo per imparare. Come vogliamo usarlo?

Mentre i capitali rincorrono i capitali, l'evoluzione delle nostre capacità lavorative non ne tiene il passo. Lo sviluppo delle nostre capacità organizzative annaspa.

Non vi sono ricette infallibili ma possiamo trovare ingredienti salutari.Ci possiamo attrezzare per impegnarci in attività più qualificate.

Facciamo per quello che sappiamo e sappiamo ciò che impariamo.

Personalmente e complessivamente. Siamo sballottati da una molteplicità di turbolenze e ci manca una bussola, finchè non abbiamo imparato abbastanza, per capire di aver ancora molto da imparare.

Possiamo imparare per prove ed errori, fino a raggiungere con approssimazioni successive risultati soddisfacenti. Possiamo anche farci prendere tanto dai risultati da mancare di prestare attezione a conseguenze che ci coglieranno impreparati.

Procedere per prove ed errori ed approssimazioni successive può essere troppo dispendioso. Possiamo imparare a raccogliere ed assorbire selettivamente ciò che di significativo incontriamo. Questa è una capacità organizzativa. Possiamo svilupparla. Scegliere di aumentarla cambia ogni nostra organizzazione.

Possimo imparare a guardarci attorno, sceglirci interlocutori in settori d'attività affini o contigui e confrontarci costantemente. Possiamo offrirci reciprocamente occasioni per rivedere insieme: cosa stiamo facendo, come lo stiamo facendo, come affrontiamo i problemi e le difficoltà che incontriamo. Sono molti a testimoniare che questo è possibile e, per molti versi, vantaggioso.

Quando ci attrezziamo per sviluppare e mettere a frutto l' absorptive capacity [2] di un'organizzazione, la irrobustiamo. Anche nell'affrontare difficoltà collegate all'incalzare, con un ritmo altrimenti insostenibile, di innovazioni.

Questo approccio organizzativo ha circa vent'anni di storia ed è cresciuto insieme alla globalizzazione. Già cinque anni fa si era guadagnato l'attenzione di The World Bank [3]. La Banca Mondiale la raccomanda ai paesi come fattore di crescita, sottolineando il carattere incrementale della capacità di aggiornare le attività economiche.

Inizialmente, la capacità di assorbire selettivamente nuove abilità organizzative e tecniche incubate al di fuori del perimetro di un'organizzazione, è stata studiata in riferimento all'industria manifatturiera.

Nel tempo ha trovato una più attenta sensibilità e una più rapida accoglienza nelle pratiche delle aziende più grandi e più impegnate in ricerca e sviluppo. Mostra di venir poco apprezzata in piccole aziende ed in quelle appartenenti ai settori più tradizionali. Sono proprio queste ultime aziende a reagire peggio alle conseguenze della globalizzazione e dimostrarsi meno capaci di interagire con gli effetti che manifesta.

Strano? Non credo proprio.

Tanto più immatura è la nostra absorptive capacity, cioè la capacità di riconoscere, assimilare, adattarci e mettere a frutto le occasioni di sviluppo, tanto più aumentiamo la distanza tra ciò che impariamo a fare e ciò che sta diventando indispensabile aver imparato. Specialmente se vogliamo che le nostre attività siano abbastanza remunerative da consentirci di viverne dignitosamente.

Oggi possiamo scegliere cosa seminare: seminiamo ciò che vogliamo vedere crescere.

photo credit: loop_oh via photopin cc

1 Alan Wheatley,"Insight: No quick exit from West's economic malaise", Reuter edition Us, 29 novembre 2013| http://www.reuters.com/article/2013/11/29/us-economy-global-stagnation-insight-idUSBRE9AS03O20131129 |

2 Wesley M. Cohen and Daniel A. Levinthal, “ Absorptive Capacity”, March 1990| http://raptor1.bizlab.mtsu.edu/S-Drive/TTANG/MGMT 6600 2013/Required Reading/ASQ 1990 Cohen Absorptive Capacity Learning and Innovation the Most cited.pdf |

3 Itzhak Goldberg …ed altri,"Globalization and Technology Absorption in Europe and Central Asia", World Bank working paper no. 150, 2008| http://www.urenio.org/wp-content/uploads/2009/11/globalization_tech_absorption_FullReport.pdf |


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