Disquisizioni su libro e film: don Camillo

Creato il 01 giugno 2015 da Loredana Gasparri
Vi starete domandando: "Ma che fine ha fatto l'amanita?" (e qualora la vostra risposta fosse "non ce ne può fregà de meno", ve lo dico lo stesso).Mi sono persa nel Mondo Piccolo di Guareschi. Il post di Loredana su Dexter ha solleticato Neurino-Mio.Ho un dogma: il libro è sempre meglio. E anche don Camillo ha confermato.Conoscevo il personaggio, so praticamente i film col duo Cervi-Fernandel a memoria, ma poi mi sono trovata di fronte al tascabile. Potevo lasciarlo lì? (è una domanda retorica)Ho ritrovato un mondo. Anzi, ho ritrovato anche parte delle mie radici: mio padre è ferrarese, io stessa trascorsi i mesi estivi a scorrazzare in bicicletta tra Ferrara e le frazioni limitrofe. Ho ritrovato suoni, odori e sapori familiari. Una terra in lotta col Grande Fiume, che può regalare benessere o distruggere.Il carattere aspro, sanguigno, di gente che "sente con la pancia" e scatena un pandemonio con l'avversario, ma lo rispetta.Peppone e don Camillo sono due lati di una stessa medaglia. Sono politicamente lontani, ma lottano con tutte le loro forze perché hanno ideali. Lottano perché, ognuno a modo suo, credono profondamente di agire bene e per il bene.E quel bellissimo rapporto di don Camillo con il Cristo, che riprende amorevolmente la sua "pecorella" così turbolenta e cerca di farlo ragionare secondo i criteri divini e non con la pancia. Mi ha colpito, sì: il Cristo del libro sorride spesso al suo parroco esplosivo. Il libro è sempre meglio, ma per me don Camillo ha la faccia di Fernandel e Peppone ha la voce di Gino Cervi che brontola ch't venia 'n cancar....A proposito di voci. L'amanita sta berciando: mo boia d'un mond lader, mondo piccolo ha sei-volumi-sei!

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