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DISSIDI per nuovo CdA RCS... Diego della Valle lascia o forse no... a Piazza Affari il titolo vola
Da RoxioniDella Valle contro Mediobanca e gli Agnelli.
Il patron di Tod's svincolato con voto unanime dal patto Rcs. Dito puntato contro le logiche corporative. Allo studio un contropatto.
Dopo aver dato dell’”arzillo vecchietto” a Cesare Geronzi, Diego della Valle sbatte al porta del patto di Rcs e se la prende con Mediobanca e gli Agnelli. Azionisti, scrive mister Tod’s in un comunicato di fuoco, che «vivono lontani dalla cultura dell’impresa e preferiscono ottiche di tipo corporativo di vecchia scuola»....
L’attacco arriva al termine del vertice del salotto buono dei soci della Rizzoli durato praticamente un’intera giornata del 4 aprile. Sul tavolo il rinnovo della governance, la scelta del presidente (sarà il bocconiano Angelo Provasoli) e dell’amministratore delegato (nomina rinviata alle prossime settimane).
«Su mia richiesta il sindacato Rcs ha accettato all’unanimità di farmi recedere dal patto», scrive Della Valle nella nota.
DUE ANIME NEL PATTO DI SINDACATO. Poi i toni si alzano e partono le accuse: «Il comportamento maldestro e pretestuoso di alcuni dei suoi membri in questi ultimi giorni mi ha spinto con determinazione a richiedere di liberare il mio pacchetto azionario da ogni vincolo. Bisogna realisticamente prendere atto che nella composizione del patto Rcs ci sono due anime: quella di azionisti che, come imprenditori, a casa loro, sono abituati a competere nei mercati cercando di ottenere sempre i risultati migliori per le loro aziende e quella di altri che vivono lontani dalla cultura dell’impresa e preferiscono ottiche di tipo corporativo di vecchia scuola, senza rendersi conto che il mondo del lavoro e dell’impresa va avanti nella direzione opposta».
DITO PUNTATO CONTRO PAGLIARO ED ELKANN. Alla fine del comunicato, l’imprenditore marchigiano fa anche due nomi: quello di Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca, e quello del presidente della Fiat, John Elkann. «Per quanto mi riguarda, e credo sia il pensiero anche di altri soci, sono convinto che il Corriere della Sera debba rimanere assolutamente indipendente e rispondere solo ai propri lettori e non a qualche azionista. Se Elkann e Pagliaro hanno idee diverse, farebbero meglio a mettersi il cuore in pace e rendersi conto che i tempi sono cambiati».
CONTESTATA L’IPOTESI DI UN CONSIGLIO DI INDIPENDENTI. Cosa farà adesso Della Valle che possiede il 5,5% del gruppo editoriale attraverso la holding Dorint? Quale è il vero obiettivo del guanto di sfida lanciato a Fiat e Mediobanca? E ancora: l’aver consentito (all’unanimità) la sua uscita dal patto non rischia di creare un precedente pericoloso per gli equilibri futuri in casa Rizzoli, scossa dalle tensioni del salotto buono che vanno avanti ormai da mesi?
Di certo, Della Valle si è opposto fermamente all’ipotesi di un cda a maggioranza di indipendenti che comporta un passo indietro dei grandi azionisti.
I NUOVI CONSIGLIERI INDIVIDUATI DA FIAT E MEDIOBANCA. Alla definizione della lista dei nuovi consiglieri hanno lavorato Pagliaro e Elkann con la regia del presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa, Giovanni Bazoli (un altro grande vecchio della finanza che Della Valle vorrebbe vedere fuori dall’arena) e l’appoggio della famiglia Pesenti e di altri piccoli soci come l’imprenditore emiliano Roberto Bertazzoni (Smeg).
POSSIBILE IL PROGETTO DI UN CONTROPATTO. Un fronte compatto difficile da sfondare. La mossa dell’imprenditore potrebbe dunque essere quella di avere mano libera sulla partecipazione e sul capitale del gruppo editoriale magari creando una sorta di contropatto. Del resto in questi mesi ha studiato tutte le scappatoie possibili per defilarsi, dopo quello di Mediobanca, anche dal sindacato della Rcs cui era formalmente fino al 14 marzo 2014.
Soprattutto dopo il “niet” all’aumento della quota incassato dal presidente del patto Pesenti. Il flottante del gruppo editoriale è però limitato al 12% e non è detto che Della Valle provi a trovare un’asse con i Toti (5,1%) e i Benetton (5%).
Più difficile ipotizzare un’alleanza con Rotelli (azionista con l’11% fuori dal patto) nonostante la volontà di quest’ultimo di incrementare la propria partecipazione nella casa editrice di via Rizzoli.
L’IPOTESI DELLA LIQUIDAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE. Non è da escludere quindi che Diego possa decidere anche di vendere la partecipazione spostando altrove l’investimento. Intanto la sua poltrona lasciata libera nel salotto potrebbe essere occupata dallo stesso Rotelli. Eppure quel “credo sia il pensiero anche di altri soci” evidenziato alla fine del comunicato in riferimento all’indipendenza del Corriere sembra lasciar intendere che il patron della Tod’s non mollerà il campo di battaglia. source
di Camilla Conti
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