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Distacchi di utenze, fondo FONI e dannosi spot elettorali dell’assessore Stranamore

Creato il 22 settembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Il fondo per la morosità viene pagato dagli tenti del servizio idrico integrato alle aziende, che però non lo usano, anzi intendono girarlo ai Comuni. In questo modo gli assessori ai servizi sociali potranno fare passerella sui giornali passando come “salvatori” di chi desiderano tramite ottimi spot elettorali a spese dei “clienti” della gestione dell’acqua. Le aziende sono in mano ai partiti e ai loro amici, i Comuni gestiscono il potere senza alcuna partecipazione popolare. Gli incontri pubblici degli assessori nei quartieri continuano a dare risultati negativi.

Il fondo FONI fa parte della “tariffa truffa”, come giustamente l’ha battezzata il Comitato acqua pubblica, che fa parte del movimento nazionale e internazionale acqua bene comune.
Dopo i referendum del 2011 non dovrebbe esistere alcun pagamento di oneri finanziari in bolletta. È illegale. Violare un referendum è illegale, lo ha ribadito la Corte costituzionale, è persino intuitivo.
La politica e i gruppi di potere economico si prendono però ovviamente tutto quello che possono: partiti e fazioni e lobbies e gruppi d’interesse hanno sequestrato il Parlamento e lo Stato, con l’aiuto della legge elettorale che forse sarà solo leggermente corretta.
La tariffa truffa in vigore, pagata tramite le bollette sull’acqua, comprende il FONi che riserva una quota al rischio morosità.
Paghiamo in bolletta i soldi necessari alle aziende per autotutelarsi dal rischio morosità. Ai “clienti” che non pagano la bolletta per un motivo o l’altro non dovrebbe essere staccata l’utenza proprio grazie a tale fondo Foni.
La tendenza attuale però è mettere quei soldi in mano ai politici che controllano e usano a discrezione i soldi pubblici dei servizi sociali. A discrezione, perché la legge elettorale dei Comuni dà poteri enormi alla giunta municipale e alla maggioranza. Il consiglio comunale è dominato dalla maggioranza in modo autoritario. Se la minoranza ha ragione, e non importa nulla se sia sinistra o destra o che altro, non ha i numeri per farsi valere.
Quindi i soldi del Foni potrebbero essere dati dalle aziende di gestione dell’acqua ai servizi sociali, perché “solo i servizi sociali possono sapere a chi dare aiuto”. Ma la tariffa truffa, voluta dall’Autorità per il gas ed energia, parla chiaramente di “rischio morosità”. Chi non paga è moroso, per qualunque motivo. Dare il fondo morosità del Foni al Comune servirà solo all’assessore alle politiche sociali di turno a comparire sulle pagine dei giornali locali per fare passerella, come abbiamo visto regolarmente. Destra, sinistra, chiunque non si differenziano. La politica perde potere senza elettori e fa di tutto pur di procurarseli, pronta a anche a inventarseli (mi riferisco ai casi di firme false).
A Cremona queste procedure permetterebbero a Padania Acque, guidata da un consigliere delegato del Pd, di girare il fondo all’assessore Amore, o Stranamore, che appare sul quotidiano cartaceo nei panni del “buono” che salva gli utenti. Ma i distacchi sono più numerosi di quanto dica il giornale unico cremonese.

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