Detachment è un film che racconta e analizza il costante senso di smarrimento ed emarginazione che tutti - giovani e non - hanno provato, attraverso un microcosmo scolastico che evidenzia l'importanza fondamentale di una guida nella vita «una persona che ti aiuti a capire, ad accettare la complessità del mondo in cui viviamo».
Nessun colore, nessun senso di sollievo e nessuna via di fuga dalla costante oppressione che si respira durante la visione. Bellissima interpretazione di Adrien Brody, che avevo lasciato nei panni di un simpaticissimo Dalì e che ritrovo in questo film così tragico e duro.
Il risultato finale è un quadro della realtà drammatico, forse estremo, nel quale il regista eccede in pessimismo ma comunque sincero. Specchio di una generazione privata di certezze, della capacità di pensare e capire "preservando la mente" grazie alla lettura, di rispetto verso se stessi e verso chi cerca, nonostante tutto, di migliorare le cose. La tristezza atavica che si respira, non è vuota, al contrario, è carica di tante verità e spunti di riflessione che scuotono e colpiscono profondamente. Sicuramente un film non adatto a tutti.