Distinzione tra tecniche magiche

Da Cristina2012

Con il termine magia si tende a indicare tutto ciò che non è scientificamente spiegabile.
Basti pensare cosa sarebbe capitato se, 2000 anni fà una persona avesse acceso una banalissima torcia elettrica, le persone non sapendo spiegare quel fenomeno con la propria conoscenza, lo avrebbero attribuito alla magia .

La prima distinzione tra tecniche magiche, viene fatta è quella tra magia bianca e magia nera, a seconda che i fini dell’operatore siano benefici o malvagi, e se nella sua pratica possono essere coinvolte delle entità positive (angeli, divinità, spiriti degli antenati, animali totemici) o negative (demoni). Questa distinzione, a mio avviso errata, per fortuna non viene però accettata da tutti, infatti alcuni operatori considerano la magia neutra in sé stessa, da questi infatti essa viene considerata come il fuoco, che, a seconda di come viene usato, può risultare molto utile e benefico, oppure altamente distruttivo.

La “scienza” magica in genere agisce attraverso simboli, siano essi parole, pensieri, figure, gesti, danza o suoni o strumenti vari anche se , lo strumento primario della magia è considerata la mente dell’operatore, tutto il resto è un ausilio per focalizzare meglio l’ intento.

Le tecniche magiche possono essere raggruppate in quattro categorie:

La magia simpatica o d’incanalamento, in cui l’effetto magico è perseguito tramite l’utilizzo d’immagini od oggetti che possono essere usati, ad esempio come rappresentazione simbolica della persona cui si vuole fare del bene o si vuole nuocere, oppure per rappresentare lo scopo che ci si prefigge (ad esempio con l’uso di statuine di cera, amuleti o talismani).
La magia da contatto, caratterizzata dalla preparazione di pozioni e filtri magici, sacchettini da indossare, talismani o amuleti da portare con sé, creati utilizzando oggetti ed ingredienti più o meno naturali.
L’incantesimo, che agisce tramite parole (un esempio tipico è nella wicca) o altre formule magiche.
La similitudine, il simile produce il simile, secondo cui producendo un effetto su un determinato oggetto si determinerà un effetto analogo sull’oggetto che esso rappresenta, è esemplificato da uno dei riti più caratteristici della similitudine, che consiste nel procurare dolore o la morte di un nemico trafiggendo o bruciando la sua effige, per es. una bambola di cera, oppure frammenti di un suo capo di vestiario.
Solitamente i riti magici utilizzano una combinazione tra le diverse tecniche. Nei casi in cui il mago, durante una pratica rituale, ricorre all’intervento di un’entità soprannaturale, a seconda dell’entità in questione si entra nei campi della negromanzia, dello spiritismo e della demonologia, mentre l’arte di evocare o invocare potenze sovrumane benefiche (angeli, divinità, spiriti elementali ecc.) è più propriamente chiamata teurgia.