Disturbi del comportamento alimentare in crescita e in bambini sempre più piccoli: attiviamo le giuste antenne

Creato il 22 aprile 2014 da Antonioriccipv @antonioricci

Il Ministero della Salute ha appena concluso una ricerca dedicata alla valutazione dei fattori che potrebbero prevedere e delle caratteristiche dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) condotta su un campione di 1380 giovanissime di età compresa tra 8 e 17 anni. Il report completo della ricerca sarà pubblicato entro maggio sul sito del CCM (Comitato Controllo Malattie) del Ministero, ma alcune anticipazioni sono state già rese note.

I disturbi del comportamento alimentare comprendono: anoressia, bulimia, “selective eating” (alimentazione selettiva), disfagia (difficoltà alla deglutizione di cibi solidi e/o liquidi, “food avoidance emotional disorder” (disturbo emotivo di evitamento del cibo).

La ricerca conferma un aumento esponenziale della compresenza (riscontrata nel 63% del campione) di disturbi del comportamento alimentare e patologie psichiatriche come disturbi fobico-ossessivi, depressione, attacchi di panico e così via.

L’aspetto più preoccupante è l’esordio precoce, già in bambine di 8-10 anni, di tutti i disordini del comportamento alimentare: anoressia, bulimia “selective eating” (alimentazione selettiva), disfagia, “food avoidance emotional disorder” (disturbo emotivo di evitamento del cibo).

Con conseguenze purtroppo molto gravi: basti pensare che la percentuale di osteoporosi con blocco dell’accrescimento osseo è risultata intorno al 43%, molto più alta della percentuale della stessa patologia in età adulta e con esiti spesso irreversibili.

Nel caso di bambine molto piccole, il riconoscimento del disturbo non è facile, perché la perdita di peso e la restrizione alimentare vengono spesso scambiate per inappetenza infantile o interpretate come sintomi da stress (magari indotto dal disagio scolastico del passaggio tra la quinta elementare e la prima media). Inoltre la bambina non esplicita in modo così chiaro come l’adolescente la ragione per cui non mangia, e cioè la paura di ingrassare.

Ma alcuni segnali possono rivelare il disturbo: il modo in cui mangiano, sminuzzando il cibo in pezzi piccolissimi; la lentezza del pasto, l’esclusione di alcuni alimenti; l’iperattività fisica, l’assunzione di molta acqua; un uso frequente del bagno soprattutto dopo i pasti e il cambiamento d’umore.

Dalla ricerca emerge la necessità di costruire percorsi specifici di assistenza che tengano conto della giovane età delle pazienti e programmi di prevenzione ad ampio raggio che coinvolgano anche le scuole.

Cruciale resta in particolare il ruolo dei pediatri, vere e proprie “antenne” per intercettare i segnali che portano a una diagnosi precoce, decisiva per il buon esito della malattia.

(Per informazioni: http://www.disturbialimentarionline.gov.it/, numero verde DCA Presidenza del Consiglio 800 180969).

Quando ci troviamo di fronte ad un dubbio o ad un atteggiamento che non ci convince rivolgiamoci al nostro pediatra.



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