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disturbo bipolare: come orientarsi in questo mondo così incerto

Da Silvestro

disturbo bipolare: come orientarsi in questo mondo così incerto

disturbo bipolare: come orientarsi in questo mondo così incerto
disturbo bipolare: come orientarsi in questo mondo così incerto
disturbo bipolare: come orientarsi in questo mondo così incerto
disturbo bipolare: come orientarsi in questo mondo così incerto

A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma

Sapete cos’hanno in comune questi personaggi?

Di certo fama, successo, ammiratori di tutto il mondo, alcuni anche potere… ma la caratteristica che li accomuna in questo caso appartiene ad un aspetto della loro personalità, un disturbo che li affligge ma che riescono a gestire e a controllare in modo efficace fino alla remissione completa in alcuni casi: il disturbo bipolare

Come dice la parola stessa, il disturbo bipolare consiste nell’oscillazione fra due polarità. Ad oscillare è il tono dell’umore, che passa da una polarità depressiva ad una euforica, con una certa ciclicità.

Il sintomo psichiatrico fu chiamato inizialmente “psicosi maniaco-depressiva” : i due stati, di eccitamento maniacale e di depressione, venivano considerati la manifestazione di un unico processo morboso.

Si tratta di una malattia a forte componente genetica, tanto è vero che tutte le persone interessate hanno parenti o affini con sfumature simili di personalità.

Non esiste un’unica causa del disturbo bipolare, anche se è dimostrata la familiarità del disturbo, per cui i fattori genetici giocano un ruolo importante nella vulnerabilità a sviluppare il disturbo. Spesso questa tendenza si manifesta attraverso un temperamento ipertimico, pieno di vitalità ed energia che gli antichi greci chiamavano “sanguigno” o un temperamento irritabile con esplosioni di rabbia sproporzionate alle cause (il “collerico” per gli antichi greci) o ancora, un temperamento ciclotimico con forti oscillazioni dell’umore e dell’energia ed infine un temperamento “melanconico” tendete alla tristezza e al pessimismo. Chi ha un parente, soprattutto un parente prossimo come un genitore o un nonno, che soffre o ha sofferto di questa malattia e/o ha un temperamento sanguigno, collerico o ciclotimico ha una maggiore probabilità di sviluppare il disturbo, ma può anche non ammalarsi mai, perchè i geni costituiscono un importante fattore ma solo di rischio. Altri fattori possono svolgere un ruolo importante, come gli eventi di vita stressanti o successi, il consumo eccessivo di caffè, alcol, droga o altri stimolanti, le gravi irregolarità del sonno, una bassa qualità di vita, alcuni farmaci, e così via. La combinazione tra questi fattori e quelli genetici causa la malattia. Chiaramente oltre alla predisposizione genetica, grande importanza hanno anche gli eventi della vita, le influenze dell’ambiente. L’alternarsi delle stagioni ha grande influenza su questa ciclicità del tono dell’umore, per cui in inverno, primavera ed autunno si tende più facilmente verso la depressione e durante l’estate verso l’euforia (o la mania).

L’età di comparsa del disturbo bipolare si può racchiudere nell’arco di anni tra i 15 e i 40. Le prime avvisaglie possono riguardare solo lo stato depressivo, con qualche episodio maniacale poco rilevante. Le conseguenze di questo disturbo comportano in età adolescenziale abbandono scolastico, problemi di relazione in casa e con gli altri e in età adulta perdita del lavoro.

Durante le fasi maniacali la persona può presentare disinibizione eccessiva e, in genere, comportamenti socialmente inappropriati. Si sente particolarmente euforica, con la sensazione di avere enormi potenzialità personali: tutto le appare possibile e fattibile, tanto che spesso commette azioni impulsive anche pericolose per se stessa o per gli altri o intraprende azioni avventate. Non riesce a portare a termine alcun progetto.  Il comportamento diventa disorganizzato e inconcludente, con azioni senza alcuna direzione apparente: non fa in tempo ad iniziare un’attività, che la lascia a metà per passare ad altro o fa più cose contemporaneamente senza completarne alcuna. Ha una grande energia, tanto da non sentire il bisogno di mangiare né dormire. I pensieri vanno così veloci che è difficile stargli dietro, così come le parole. Spesso i sensi sembrano affinarsi e la percezione diventa più vivida. Anche il desiderio sessuale può aumentare, diventando quasi impellente, con comportamenti impulsivi. Le persone che guardano l’individuo che soffre di maniacalità stentano a riconoscerlo: prima timido e riservato, ora non smette un attimo di parlare ed è sorprendentemente disinibito. In molti casi, la fase maniacale è caratterizzata da umore disforico, con una sensazione diingiustizia subita e quindi grande irritabilità, rabbiosità e intolleranza. Spesso queste sensazioni sono accompagnate da un comportamento aggressivo, con scarsa capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni. Queste fasi di eccitazione possono essere più o meno severe (maniacali o ipomaniacali).In tutti i casi possono comportare gravi danni, perché chi ne soffre con il suo comportamento può rovinarsi relazioni importanti, spendere tutti i suoi risparmi in qualcosa che gli sembra un ottimo affare e poi si rivela un fallimento o in qualcosa che gli appare in quel momento assolutamente indispensabile, o fare incidenti stradali per l’alta velocità o per essere passato con il rosso. E così via. Quando l’eccitazione e l’energia aumentano molto si possono sviluppare deliri di grandezza o “paranoia”: cose banali acquistano per l’individuo un’importanza straordinaria e un doppio senso. Tutto è riferito a lui: la radio e la TV parlano di lui, ovunque ci sono inseguimenti, spie e complotti. Raramente arriva a sentire anche delle voci.

Le fasi depressive seguono spesso quelle maniacali e sono completamente all’opposto. L’umore è molto basso, con la sensazione che nulla interessi né possa dare piacere. Si perde il significato della vita, che appare profondamente dolorosa. Il sonno e l’appetito possono aumentare o diminuire. Ci si sente senza energie e facilmente affaticati, con una grande difficoltà nel concentrarsi. Le fasi depressive possono risultare talmente gravi da portare al suicidio o ad atti autolesionistici.

Le fasi depressive solitamente durano di più di quelle maniacali, che possono durare anche solo pochi giorni. Spesso le fasi depressive sono anche più frequenti. A volte da una fase si passa immediatamente all’altra, altre volte intercorre un periodo di umore normale. Di solito una fase insorge gradualmente, ma a volte l’insorgenza è più improvvisa.

L’abuso di alcol o droga si associa frequentemente al disturbo bipolare e lo può peggiorare gravemente. Le ricerche dicono che 1 persona su 100 può soffrire di disturbo bipolare, con la stessa probabilità per gli uomini e le donne.

E’ importante che il disturbo bipolare venga trattato al più presto possibile, e sotto il controllo del medico. La maggior parte dei soggetti affetti da disturbo bipolare può trarre vantaggio dal trattamento. Quasi tutti (anche i soggetti con forme più gravi) possono ottenere la stabilizzazione delle oscillazioni dell’umore. Poiché il disturbo bipolare è generalmente un disturbo cronico e i sintomi sono spesso recidivanti, è consigliabile un trattamento preventivo a lungo termine.  Il medico molto probabilmente raccomanderà una terapia continua per stabilizzare gli sbalzi di umore. Questi sbalzi, tuttavia, possono presentarsi anche durante il trattamento. Se succede bisogna immediatamente avvertire il medico, che potrà quindi prevenire un episodio più grave, adattando il piano della terapia. Perciò è opportuno mantenere un rapporto molto aperto con il medico, discutendo qualunque possibile preoccupazione che possa avere relazione con la terapia o con la malattia stessa.

Anche la psicoterapia, associata al trattamento farmacologico, può fornire ulteriori vantaggi. Se aggiunta al trattamento farmacologico, la psicoterapia si rivela utile nel fornire supporto e nell’istruire e guidare il paziente e i suoi famigliari.

Un trattamento ideale di psicoterapia dovrebbe collocarsi tra due episodi, di mania o depressione, per 6/9 mesi. Il trattamento psicoterapeutico include: – informazione-psicoeducazione. Approfondimento degli aspetti del disturbo bipolare; – monitoraggio del tono dell’umore. Per capire quando ci sono in atto i cambiamenti; – strategie di gestione dell’umore. Per aiutarsi a controllare meglio i cambiamenti; – acquisizione di abilità. Per saper far fronte ai momenti di ricaduta nella malattia; – trattamento della depressione

Gli obiettivi del trattamento del disturbo bipolare sono:

la stabilizzazione dell’umore, riducendo la frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi,

la prevenzione delle ricadute future.

Per raggiungere questi obiettivi è solitamente necessaria un’adeguata cura farmacologica con stabilizzatori dell’umore e antidepressivi, sotto attento e continuativo controllo di un esperto medico-specialista. Le ricerche scientifiche dimostrano che quando il trattamento farmacologico è associato alla psicoterapia cognitivo-comportamentale si ha una maggiore stabilizzazione dell’umore e una più significativa riduzione delle ricadute.

La terapia cognitivo-comportamentale in particolare :

1) aiuta la persona che soffre di disturbo bipolare, e i suoi familiari, innanzitutto a comprendere il disturbo, il suo funzionamento e l’impatto che può avere sulla vita dell’individuo e dei suoi familiari.

2) fornisce strumenti utili ad affrontare le fasi maniacali e depressive, imparando a riconoscere precocemente i segnali della ricaduta e ad affrontarli efficacemente. Tenere un diario delle proprie emozioni e dei propri comportamenti, per esempio, aiuta la persona ad individuare eventi particolarmente stressanti, le irregolarità del ciclo sonno-veglia o la presenza di comportamenti nocivi quali assunzione di alcol o di stimolanti.

3) una volta conosciuti i segnali di ricaduta e i comportamenti più rischiosi per la persona, si escogitano appropriate strategie, cosicché i comportamenti nocivi diminuiscano e se compaiono segnali di ricaduta l’individuo li sappia riconoscere precocemente e affrontarli.

4) la psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta anche la persona ad essere più costante e motivata nell’assunzione dei farmaci e a trovare strategie più efficaci nell’affrontare le difficoltà quotidiane, come la gestione della rabbia o l’incremento delle abilità di comunicazione e sociali. Oltre a lavorare sugli stili di vita e di comportamento incrementando quelli regolari, la psicoterapia cognitivo-comportamentale lavora anche sugli stili di pensiero cercando di modificare quelli disfunzionali.

personaggi famosi affetti da disturbo bipolare


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