Come racconta bene l'articolo di EUobserver che approfondisce la questione, tra le soluzioni strategiche che la fortunata vincitrice del contratto con l'ex braccio destro di Gheddafi potrà suggerire ci potrebbe essere quella di far apparire l'esponente del regime sulla copertina patinata di qualche rivista, ad esempio Vogue. La tecnica - perché al mondo non si inventa mai nulla, tantomeno nelle PR - è già stata sperimentata con successo con la first lady siriana e con il marito Bashar al-Assad, che grazie alla storia di copertina riuscì a dipingersi come un "riformatore".
Molte agenzie si leccherebbero i baffi per una challenge di questa portata (che sicuramente aggiungerebbe un bel gruzzoletto al fatturato), ma è pur vero che anche le agenzie hanno la loro immagine (chi sperava di leggere dignità si sbagliava). Quindi a farsi avanti, pronostica l'Observer, potrebbero essere una manciata di agenzie boutique, dal passato già tenebroso. Fra queste, l'articolo cita la britannica Chime communications e la parigina AB associates.
Non resta che augurare loro buon lavoro, e ricordare loro - anche se non ce ne sarà bisogno - di fatturare accuratamente tutte le ore spese sul progetto.