Diventare libera professionista

Da Scritturesocial

E-book disponibile nello store Amazon

Come diventare libera professionista è stato uno dei temi portanti del mio precedente blog “Sotto i fiori di lillà“, divenuto poi e-book. Ne ho parlato, di recente, anche nell’intervista rilasciata a Ikhona .

In questo primo anno di attività mi sono resa conto che, più di qualsiasi altro elemento, l’atteggiamento mentale rappresenta il punto da cui partire per sviluppare ogni qualsivoglia idea di lavoro. Ma non basta. Entrare nell’ottica del libero professionista richiede uno sforzo nel modificare il proprio stile di vita. Difetti caratteriali ed esperienze personali spiacevoli sono terreno di scontro per una delle più importanti battaglie, che affronterete: vincere sui propri limiti, trasformandosi oppure lasciarsi agire e trasportare dai fantasmi e dalle gabbie mentali avrà un effetto immediato e reale sulle proprie entrate. I clienti vi rifiuteranno oppure diventeranno “dipendenti” da voi, chiamandovi per ogni genere di lavoro. Parleranno bene di voi oppure non perderanno occasione per dire, a chiunque, ogni sorta di male su voi come persona e come libero professionista. Sarete pagati oppure dovrete rincorrere oppure ancora restituire.

Nell’e-book “Social networking sotto i lillà” affronto un tema che reputo importante per la libera professione: la consapevolezza di non sapere e l’umiltà di voler imparare. L’Italia è un paese caratterizzato dall’improvvisazione e stiamo – tutti – pagando per la sciatteria nella formazione di molti professionisti, in ogni settore economico. Diventare libero professionista è qualcosa di più della semplice apertura della partita I.V.A., dell’iscrizione al regime agevolato, della compilazione delle fatture, del pagamento dell’F24. Nel mio percorso mi sono affidata a delle scuole per incrementare la mia formazione e mi sono affiancata a colleghi più esperti in alcuni rami del marketing per apprendere da loro come si lavora e come si seguono alcuni progetti più complessi.

Al momento, gestisco in autonomia la parte contenutistica e promozionale di alcuni eventi regionali, curo i contatti commerciali in prima persona, sono attiva nella ricerca di sponsor, partner e patrocini per la buona riuscita degli eventi. Un anno fa non sarei stata in grado di lavorare contemporaneamente su tutti questi fronti perché ero disorganizzata, distratta, non avevo i giusti processi mentali e non possedevo le conoscenze adatte per avviare e sostenere questo meccanismo di attività. Oltre a questi eventi, sto per dare il via alla seconda fase di Scritture Social, ho in cantiere un romanzo e, come sapete, la continuazione degli e-book, che seguiranno “Social networking sotto i lillà“.

Nell’intervista a Ikhona parlo dell’immagine estetica ed esterna da libera professionista e di come, fino ad ora, non ho mai avuto le possibilità economiche per curarla come ci si aspetterebbe nel tradizionale immaginario dell’esperto di social e marketing. La cura della persona è un elemento importante al pari della formazione. Non avendo a disposizione grandi fondi da destinare all’abbigliamento fashion, ai trattamenti di bellezza e alle chincaglierie tecnologiche necessarie per creare la “magia” al primo sguardo, ho deciso di investire nella cura di me sfruttando due elementi: la natura e il mio cane di taglia grande, bisognoso di tantissima attività fisica. Per riequilibrare la mia silhouette, ogni giorno passiamo dalle due alle tre ore a camminare a passo svelto tra i boschi, i campi e i sentieri dei parchi, negli orari più improbabili. Lui è il mio personale – gratuito – personal trainer e mi stimola a superare i miei limiti di fatica e resistenza aiutandomi, laddove non ce la faccio, a salire dislivelli o raggiungere le mete prefissate. Per ora teniamo i 12km in un giorno: il mio obiettivo è di ampliare questo traguardo e di percorrere sentieri molto, molto più lunghi, tempo permettendo. Lui è una guida fantastica nel buio e non temo di perdermi perché lui è in grado di ritrovare la strada di casa in qualsiasi condizione meteo così come è in grado di difendermi, dovesse esserci necessità. Per non perdere i benefici di questa intensa attività fisica, ho iniziato un percorso di disintossicazione dai dolci: come per le sigarette, ho ridotto le quantità di merendine, biscotti, cioccolatini, Nutella e quant’altro con l’obiettivo di arrivare a zero dolci e di mantenere questo “primato” per un lungo periodo.

Il mio cane mi è maestro anche nell’apprendimento del concetto di rispetto: nel mondo del lavoro italiano il rispetto non esiste nel 99% dei casi. I clienti trattano come pezze da piede i liberi professionisti a cui si rivolgono e questi, di contro, per il guadagno, spesso e volentieri cercano i lati deboli della persona che hanno di fronte per indurlo al bisogno e all’acquisto. Nelle aziende, il mobbing è così accettato e considerato normale che lamentarsi della faccenda o prendere provvedimenti legali può voler dire essere esclusi dal gruppo, guardati storti e definiti colpevoli. Il mio cane mi insegna a pretendere rispetto prima di dare qualsiasi cosa e mi chiede rispetto prima di ricevere, da lui, una qualsiasi forma di affetto, presenza, ubbidienza, lavoro. Applico questi insegnamenti nel mio lavoro perché voglio, intorno a me, persone con le quali poter instaurare un rapporto di lavoro basato sul rispetto. Non voglio danneggiare e non voglio essere danneggiata, non voglio sopraffare e non voglio essere sopraffatta, non voglio manipolare e non voglio essere manipolata. Ho ben chiara la difficoltà, alla lunga, di questa scelta non negoziabile. Per me, tuttavia, non è una scelta: è l’unica via. Per me è possibile lavorare in un contesto di rispetto, creare un ambiente di fiducia serena e credo che questo – come dimostrano molti esempi internazionali di multinazionali avanzate – porta, alla lunga, un incremento di produttività e una migliore qualità nel lavoro svolto. Le energie, infatti, sono concentrate sul lavoro, non sulle lotte intestine per il massacro del collega di fronte.

Come vedete, prima di diventare libera professionista ho dovuto intraprendere un percorso di rinascita attraverso l’incontro con ogni mio limite personale, caratteriale, economico, culturale. Ora ho trovato una strada e la seguirò con costanza. Dopo, solo dopo, si può iniziare a parlare di come raggiungere i potenziali clienti, come sostenere il primo colloquio, come chiudere un contratto, come farsi pagare, come stimolare un buon passaparola. L’inizio di tutto ciò è nella persona.


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