Diversa da chi?

Creato il 05 dicembre 2011 da Illcox @illcox

“Mi piaci perchè sei diversa da tutte le altre”.

È così che comincia, vero? Si dai, iniziano un po’ tutti così, chi per richiamarsi ad una presunta saggezza vecchia come il mondo, chi con la speranza di fare colpo.

Non me lo sono mai domandato realmente (o perlomeno non ho mai davvero pensato alla risposta): ma diversa da chi? o da cosa? o in che cosa?

In fondo siamo tutti uguali e diversi. Voglio dire, guardatemi: ho due braccia, due gambe e una testa, parlo la vostra lingua, faccio a cazzotti con la sveglia (quando la sento) come voi, sorrido come voi guardando un bambino, mi incavolo anche io guardando i politici che dormono in parlamento, mi piace sentire l’aroma del caffè prima di berlo (e prima di scottarmi la lingua perché puntualmente lo prendo bollente).

Insomma, cos’ho di diverso? Il taglio dei capelli? Il colore degli occhi? la musica che ascolto? i vestiti che compro, la roba che mangio, i treni che prendo ( e quelli che perdo), la quantità di ‘cioè’ che metto in una frase o quella di formaggio che metto sulla pasta? oppure se pronuncio le parole con le vocali aperte o chiuse? Siamo tutti dannatamente uguali. Vogliamo le stesse cose, cerchiamo le stesse cose. Modi, forme, tempi, luoghi saranno anche diversi. E menomale!! Ve lo immaginate se in un ristorante alla moda, la stessa sera, venti uomini ad un certo punto si inginocchiassero dinanzi alle proprie donne chiedendogli: mi vuoi sposare? E poi le facessero trovare un anello nella strausata ostrica??!

Ma quello che ci muove, quello che ci spinge, quello che poi ci inchioda ad una sedia costringendoci a pensare e pensare e pensare, è uguale per tutti. Si chiama amore.

Quello che ci rende diversi agli occhi di qualcun altro è come lo cerchiamo questo amore, o come lo diamo, come lo dimostriamo, cosa siamo disposti a sacrificare per esso. Vengono i brividi solo a pensare a quanti “modi” esistono dell’amore. Ogni persona è una forma diversa dell’amore.

Il punto è che potete ricevere anche decine di mazzi di fiori profumatissimi, ma provate a spiegarmi voi perché potreste sorridere e lasciare che quei fiori secchino in un angolo del soggiorno e poi tremare quando qualcun altro vi promette una cena o un banalissimo caffè. Probabilmente sapete che si tratterà della solita illusione, ma il vostro cuore trema al solo pensiero, gli occhi brillano perdendosi nell’immaginazione di quel momento e consumano quel telefono che sapete non squillerà.

E intanto avete lasciato quei fiori profumatissimi ad appassire in un angolo. Ecco perché poi diventiamo “tutti uguali”: quando abbandoniamo in un angolo quei fiori che qualcuno ci aveva regalato credendo che fossimo diversi, sperando che poi avremmo accettato l’invito a cena o il caffè, che avremmo atteso, fremendo, quella telefonata, che sotto casa non avremmo acceso la luce perché sarebbero bastati i nostri occhi ad illuminarci.