L'ultimo caso, riportato dal Gazzettino di Mestre, raccontava la storia di una mamma a cui è stato vietato l'ingresso in un negozio perché aveva il passeggino al seguito. Eppure non è un caso isolato: navigando in rete ci si imbatte in molte testimonianze di mamme che si sono trovate di fronte alla scritta "noi non possiamo entrare" con tanto di disegno di passeggino o che sono state esortate a non accedere a una struttura pubblica perché con il passeggino al seguito. Un dramma, questo, che capita un po' in tutto il mondo e a cui si fa ancora troppa fatica a trovare un rimedio.
E' successo nelle scuole, dove una mamma di 3 figli era andata a accompagnare il più grande (3 anni e mezzo) e ha dovuto lasciare i fratellini di 16 mesi nel passeggino, fuori dall'ingresso, controllati dal personale ATA. Motivazione? I tagli della scuola, meno personale e quindi l'amministratore non poteva permettere che le ruote del passeggino sporcassero il salone di ingresso, dove i piccoli si ritrovano a giocare durante l'intervallo.
E' successo ancora a Monaco di Baviera, dove è in atto una battaglia tra le famiglie e la proprietaria di un locale, il Backer, che ha appeso la fantomatica insegna di divieto di ingresso dei passeggini sull'uscio. Una scelta che la proprietaria ha motivato essere legata agli spazi: la presenza dei passeggini renderebbe difficile il passaggio per i clienti e per lo stesso personale del bar.
E, non paghi, succede in alcuni musei o altri luoghi espositivi, non pensati per accogliere passeggini e carrozzine, come per esempio il museo di Anna Frank di Amsterdam. In alcuni casi la decisione è legata a problematiche strutturali, ma in ogni modo nel 2012 suona quasi assurdo che ci siano posti non accessibili per chi si muove sulle quattro (o tre) ruote.