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"dizionario delle balle", fra politica ed antipolitica

Creato il 08 maggio 2014 da Alessandro @AleTrasforini
In un momento nel quale società ed economia sono immerse in una crisi senza sosta, può essere fin troppo facile confondere idee e smarrire le verità che si nascondono dietro ad una serie di tematiche piuttosto complesse.
Comprendere a fondo i meccanismi che hanno condotto e perpetuato questa crisi non è facile, così come non è immediato farsi un'idea precisa della complessità che si nasconde (volutamente indisturbata?) dietro moltissime delle tematiche che "infestano" le cronache odierne.
Come è possibile fare luce nel mare di difficoltà imperante? Esiste un modo per comprendere a fondo un sistema che appare intricato ed (eternamente?) irrisolvibile?
A queste e moltissime altre domande cerca di rispondere il libro "Dizionario delle balle dei politici e degli antipolitici - Come difendersi dalle favolette e capire come stanno veramente le cose", scritto da Davide Maria De Luca e pubblicato da ISBN Edizioni.
L'obiettivo del testo sembra essere chiaro e, alla luce delle cronache e della tragicità dei problemi attuali, limpidamente urgente:
"[...] Nel tentativo di incensare le proprie strategie e screditare quelle degli avversari, spesso i nostri politici si servono di tesi, statistiche e numeri approssimativi o, ancor peggio, errati. Dall'altra parte della barricata, nel loro lavoro di cronaca e analisi 'critica' molti giornalisti finiscono per adottare le stesse tattiche ingannevoli utilizzate dai loro bersagli, prestando scarsa attenzione alla precisione di percentuali, dati e cifre.
Il risultato di questo processo è un'informazione bacata in partenza, dove le sviste, le menzogne e una forte dose di leggerezza sono all'ordine del giorno.
Attraverso un fact checking rigoroso ed esaustivo [...] Davide Maria De Luca dichiara guerra a tutte queste 'balle di sistema', alle molte bugie propinate a proposito di tasse, spesa pubblica, corruzione, criminalità organizzata, immigrazione e tanto altro ancora, venendo in soccorso agli elettori e di tutti coloro che si sono stancati di essere presi in giro. [...] se ritenete che una via alla sincerità e all'obiettività sia ancora possibile [...] questo è il libro che fa per voi.
Raccogliendole e vagliandole attraverso uno scrupoloso e originale filtro critico, il Dizionario delle balle smaschera le falsificazioni della realtà più diffuse e cavalcate dai politici e dagli antipolitici italiani; e il re - qualunque sia il colore del suo Partito - finalmente è nudo e pronto per essere deriso o [...] mandato a casa. [...]"
L'opera in questione si propone, pertanto, l'obiettivo di definire un adeguato fact checking a moltissime verità tanto divulgate e promulgate da essersi irrigidite e trasformate in luoghi comuni. Come è possibile definire in maggior dettaglio il concetto di fact checking?
Riprendendo dal sito centroeinaudi.it è possibile rispondere a tale domanda attraverso le parole sotto riportate sinteticamente:
"[...] Il fact-checking nasce all’interno dei giornali come una funzione editoriale di controllo circa la verità e attendibilità degli articoli. [...] Il fact-checking è dunque un’operazione interna alle redazioni dei prodotti informativi, una sorta di autocritica circa i fatti e i modi in cui questi stessi vengono interpretati e spiegati negli articoli. La sua funzione è quella di assicurare ai lettori informazioni corrette, complete e coerenti. [...]"
Un'attività di fact checking è pertanto una strada forzata da percorrere per il raggiungimento di un'informazione coerente, corretta, competente, obiettiva ed imparziale.
A che punto è questa "strada" nell'Italia contemporanea?
A questa domanda risponde l'autore del presente libro in questione:
"[...] In Italia nessuno ha mai fatto fact checking per professione. 
E' molto probabile che la cosa non vi sorprenda. Se provate a cercare risposte precise a domande piuttosto semplici, la stampa italiana vi fornirà più dubbi che certezze: quale Governo in Italia ha alzato le tasse negli ultimi vent'anni?
Quale Governo è invece riuscito ad abbassarle? 
E' vero che quest'anno dovremo ridurre la spesa pubblica di 50 miliardi di Euro perché è l'Europa a imporcelo? E perché se il programma F-35 vale davvero 90 miliardi non è giusto tagliarlo [...] per ridurre il debito pubblico o abbassare le tasse?
A queste grandi domande, ma anche intorno a questioni minori, nel nostro Paese è difficile ottenere risposte precise.
E' sbagliato, però, dare subito la colpa ai giornalisti [...] fare fact checking è costoso, e da molti anni la stampa italiana, di denaro, ne ha molto poco. 
Inoltre, nel nostro Paese gran parte delle notizie arrivano al pubblico tramite la televisione, dove a causa dei tempi rapidissimi e della necessità di dare spazio a tutti i politici fare fact checking è un'impresa ardua, anche per i giornalisti più diligenti e volenterosi. [...]
Per avere un dibattito pubblico sano è importante che i dati e i fatti vengano verificati. 
Questo libro vuole essere uno strumento utile per districarsi e trovare una via di uscita dal dedalo di balle e menzogne che si dipanano intorno ai principali temi del dibattito pubblico e delle campagne elettorali. [...] troverete una raccolta di lemmi organizzati in ordine alfabetico, ognuno dei quali smaschera un errore, una bugia, un'inesattezza di cui politici e antipolitici si sono serviti per portare avanti la propria causa e i loro fini elettorali, giusti o sbagliati che fossero. [...]"
Alla luce di quanto scritto, infatti, sembra essere innegabile affermare che l'estrema semplificazione di problemi (troppo spesso) tremendamente complessi può trascinare dibattito pubblico e consenso su strade molto scivolose e pericolose.
Il gioco al ribasso potenzialmente esercitabile può, su questo fronte, diventare anche controproducente per la trattazione di problemi e per la stessa individuazione di strategie e soluzioni per superare gli ostacoli stessi.
A questo proposito, infatti, l'autore ha importato il libro per differenti categorie; su questo fronte, infatti, è possibile vedere un'analisi impostata sulle seguenti omnicomprensive macro-aree:
  • Economia;
  • Politica;
  • Società;
  • Istruzione;
  • Giustizia. 

Per ogni argomento afferente o ricollegabile a queste tematiche, è stato individuato un sistema capace di misurare (in ordine crescente di 'gravità') l'entità della balla raccontata e/o perpetuata per svariati fini politico-elettorali:
  • Abbaglio: errore, fraintendimento o svista banalmente migliorabile;
  • Fanfaluca: cosa da nulla, bugia, sciocchezza e/o stupidaggine;
  • Frottola: cosa inventata, non vera e quindi non verificata/verificabile;
  • Bufala: notizia clamorosamente infondata, panzana, errore madornale assolutamente da evitare;
  • Menzogna: dichiarazione contraria a ciò che viene fatto, sentito, visto.

Il grado di complessità, dunque, va da un errore ad una palese alterazione della notizia direttamente opposta alla verità ed al reale svolgimento dei fatti. La necessità di impostare una discussione coerente e corretta su argomenti come questi dovrebbe prevedere, ovviamente e logicamente, la priorità di strutturare ragionamenti tecnico-politici maggiormente improntati all'analisi dei dati di fatto per individuare e/o ricavare le soluzioni del dibattito politico. Condizionale d'obbligo, ovviamente.
In questo "gioco" al contrario, pertanto, sono tre i potenziali "attori" che provano a trarre beneficio da fraintendimenti ed errori: politica, antipolitica ed informazione. L'urgenza di costruire una visione differente potrà incontrarsi, inevitabilmente, con la necessità di migliorare e far crescere il dibattito democratico intrinseco ad uno Stato capace di far progredire le proprie collettività:
"[...] La democrazia [...] è un esperimento, e un suo esito positivo è tutt'altro che certo. 
In ogni caso, non c'è alcun dubbio sul fatto che almeno un dovere ce l'abbiamo: dobbiamo capire come (e riuscire a) introdurre il sistema analitico nel discorso politico. Non possiamo limitarci a ragionare: è nostro dovere anche ragionare bene. [...]"
(Fonte: Prefazione al libro, A.Pascale)
Leggere per informarsi e per (imparare a) ragionare bene/meglio, dunque.
In alternativa, qualora le tesi presentate non dovessero convincere, leggere per confutare e/o smentire le tesi.


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