La Moschea, capace di ospitare oltre 1000 pellegrini, è un'edificio a pianta quadrata di circa 75 metri, alta oltre 20 metri e sorretta da oltre 100 colonne. E' costruite con la tecnica tradizionale chiamata appunto djenne che usa palle di terra cruda ancora bagnata che funge allo stesso tempo da mattone e da legante. Ogni anno, dopo la stagione delle piogge, l'edificio necessita di una manutenzione atta a consolidare le pareti di fango.
Con scavi effettuati a partire dal 1970 da archeologi americani, sono stati invece scoperti i resti dell'antica città.
Nel 1988 l'antica città di Djenne fu inserita dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.
operazioni di manutenzione, foto dalla rete
Ancora oggi davanti alla moschea si svolge un mercato settimanale che attrae in città venditori e acquirenti di tutta la regione.A seguito del golpe avvenuto in Mali il 22 marzo 2012 e delle successive evoluzioni, l'area del Mali ha subito una forte e distruttiva trasformazione, che hanno portato nel gennaio 2013 a temere per la distruzione del patrimonio culturale del Mali e in particolare a Timbuctu nell'area dell'Azawad. I siti patrimonio dell'Umanità di Timbuctu e della Tomba di Askia sono stati nel 2013 dichiarati siti in pericolo e per questo sottoposti a speciali tutele. Anche per il sito della città di Djenne era stato ipotizzata l'iscrizione tra i patrimoni in pericolo, ma poi l'UNESCO non diede seguito a tale ipotesi.
Vi segnalo il blog Djenne Djenno, scritto da Sophie, una svedese che gestisce un piccolo (e grazioso) hotel a Djenne e che commenta la situazione politica, e non solo, di quell'area del Mali in grande movimento.
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