Dobbiamo figurarceli così

Creato il 07 marzo 2012 da Gadilu

Dobbiamo figurarceli così, quando di tanto in tanto si ridesta in loro, chissà mai perché, l’ispirazione di essere gli eredi di una tradizione ancora ininterrotta, e tra un gas in lenta ascesa e un altro in dolorosa discesa – nei meandri di un corpo impegnato in faticosa digestione – è lo spirito quello che credono di poter alfin esalare. E allora un colpo di tosse un po’ più forte degli altri già solleva le polveri - che sono notoriamente un impasto finissimo di frammenti di pelle, unghie e fibre di vestiti, anche se danzano smosse nel sole - dai tomi mai letti e finiti in soffitta trenta o cinquant’anni prima: “… bisogna nella generazione che succede giovane istillare gli antichi documenti” (G. Carducci, A Fucecchio in un banchetto per Giuseppe Montanelli, in Prose di Giosue Carducci MDCCCCLIX-MCMIII, Zanichelli, Bologna 1905, p. 1207). Al rinvenire delle “solite polemiche” faranno poi una faccia affranta e pensierosa. Finché il sospirato rutto e la sospirata scorreggia non li liberino da ogni impettito affanno.