Doctor Who: Russel T Davies VS Steven Moffat

Creato il 08 settembre 2014 da Arpio

Ho deciso di non fare come per la settima stagione e, quindi, di non fare un commento di ogni singolo episodio di Doctor Who. Ne farò uno a metà serie sicuramente, ma per ora preferisco far andare avanti un po’ la storia. Riflettendo sulle ultime tre stagioni e su questa in corso, però, mi è tornato alla mente il sempre acceso dibattito fra chi sostiene l’attuale conduzione dello show da parte di Steven Moffat e chi, invece, è legato maggiormente a quella parte di arco narrativo condotto da Russel T Davies dal 2005 al 2010. Non andrò, ovviamente, a scavare nella serie storica del Dottore, perché veramente non me ne tiene e perché preferisco concentrarmi sui due showrunner moderni della serie, quelli che l’hanno fatta rinascere dalle ceneri a partire dal 2005. Un conflitto assai discusso tra i fan dello show, che ancora oggi divide i “vecchi” (Davies) e i “nuovi” (Moffat). A scanso di equivoci dico subito che io ho sempre fatto il tifo per Davies, anche riconoscendo dei valori a Moffat, non solo in questa serie ma anche in altre da lui condotte (Sherlock, Jekyll, ecc…). Questo pezzo, quindi, è la mia personale dimostrazione empirica del fatto che Davies sia superiore a Moffat come sceneggiatore…e potrebbe benissimo chiamarsi “I 7 motivi per cui Russel T Davies è meglio di Steven Moffat”.

1. Arco Narrativo

E’ forse la differenza più palese fra le due conduzioni dello show. Da un lato c’è l’allussività di Davies e dall’altro il dichiarato di Moffat. Entrambi sin dalle prime puntate di ogni serie mettono dei riferimenti a quello che sarà il finale di stagione, ma lo fanno in due modi assolutamente diversi. Moffat nelle ultime quattro stagione (ottava compresa) è stato sempre molto dichiarato. Pensiamo ad esempio alla sua prima stagione da showrunner (la prima con Matt Smith nel ruolo del Dottore), in cui da subito ci viene mostrata la crepa nella parete nella stanza di Amelia Pond; la stessa crepa comparirà in quasi tutte le puntate e in ogni puntata sapremo qualcosa di più sul suo significato, fino a quando scopriremo che a causarle è l’esplosione del Tardis nella doppia puntata finale. La sesta inizia e finisce con la morte del Dottore a causa dell’astronauta/River. La settima (forse quella meno dichiarata) con la presenza di Clara fra i Dalek e il proseguio della profezia del Silenzio partita la stagione prima. Quest’ottava stagione, infine, parte molto dichiaratamente con questa fantomatica “Terra Promessa” e la sua strana abitante Missy.
Moffat fa tutto alla luce del sole, non c’è troppo mistero, c’è una strada da seguire. Davies, al contrario, è allusivo. Si pensi alla seconda stagione, in cui il finale viene pre-annunciato molto velatamente solo a metà serie con l’introduzione della Terra Parallela (il mondo di Pete). Nella terza, quella che si conclude con la sfida con il Maestro, l’allusione è ancora più latente: viene fatto molte volte il nome di Saxon, ma quasi di passaggio…lo spettatore non se ne ricorda fino al finale, quando dice “ah ecco!!”. Stessa cosa avviene nella quarta stagione, dove indizi sulla scomparsa dei pianeti vengono dati nel mucchio delle informazioni e nessuno mai penserebbe a un piano più ampio.

2. Dramma

Più volte on line si leggono riferimenti al fatto che Moffat uccida i personaggi quasi come George Martin de Il Trono di Spade…quello che forse la gente non ricorda, però, è che Moffat non ha mai ucciso nessuno…o almeno non troppo a lungo. Tutti quelli che muoiono inevitabilmente sembrano tornare in vita a partire da Rory fino a tutta la razza dei Signori del Tempo. Moffat genere un drammatico temporaneo…alla fine va sempre tutto bene, anche quando Amy e Rory vengono portati indietro nel tempo dagli Angeli, alla fine va tutto bene…sono insieme e felici. Davies, al contrario, ha ucciso una miriade di persone, perlopiù secondarie, durante lo show. Basti pensare al secondo episodio della prima stagione, in cui un’aliena che aiutava il Dottore si sacrifica, o a Herriette Jones, l’ex primo ministro che viene ucciso dai Dalek, o ancora a puntate come “l’acqua di Marte”. Il dramma nella sceneggiatura di Davies è palpabile…chi non ha pianto quando David Tennant dice “I don’t want to go”?

3. Nemici

Il discorso dei nemici è un po’ problematico. Moffat in questo caso ha i suoi pro: è riuscito dal nulla a creare dei nuovi nemici del Dottore veramente fighi. Parlo di gente come gli Angeli Piangenti, i Vashtanerada e i Silenti. Nulla da dire su queste creazioni originali, sono veramente belle…ma cosa è accaduto ai vecchi nemici del Dottore? Davies sotto questo punto di vista è stato più prolifico: ha reintrodotto i Dalek, i Cyberman, il Maestro, Davros e i Sontaran, ma ha avuto grosse difficoltà a creare nuovi nemici duraturi nel tempo. Potrebbe quasi essere una patta tra i due, ma c’è un fattore che mi fa un po’ storcere il naso. Ai tempi di Davies e di tutti quelli che lo hanno preceduto nemici come i Dalek erano la più grossa minaccia che potesse incombere sul pianeta, mentre Moffat li ha fatti scendere allo stesso livello degli altri…una cosa da poco per il Dottore.

4. Il Mistero

Questa è piuttosto semplice. Il Dottore di Davies era un essere misterioso, un Signore del Tempo secolare sempre dalla parte degli oppressi ma con un po’ di oscurità in sè. Il nono Dottore più degli altri, si è dimostrato spesso “senza pietà” e anche il decimo all’inizio si definiva come uno che “non da seconde possibilità”. L’undicesimo Dottore di Moffat è eccessivamente perbenista e di rado si arrabbia, preferisce infantilizzarsi. Questo dodicesimo, invece, sembra propendere per un carattere più cupo…staremo a vedere.

5. Location

Da Davies a Moffat il cambio di laction è abbastanza evidente. Se il primo preferiva far ambientare molte avventure del Dottore nella Londra contemporanea (come accadeva nella serie classica), Moffat sceglie più volentieri la Londra vittoriana (e anche gli abiti di quel periodo). E’ vero che si poteva imputare al Dottore una predilezione un po’ troppo spinta per la Londra dei giorni nostri, ma il completo cambiamento delle location della serie, secondo me, non ha molto giovato alla causa del Dottore, complice anche l’intromissione della BBC America, che ha voluto dare alla serie un taglio più internazionale.

6. Budget

Come per il punto precedente, la differenza di budget messi a disposizione per i due showrunner è molto evidente. Eppure Davies con un budget veramente risicato è riuscito a creare storie sublimi, anche con effetti speciali non proprio eccelsi. Si torna al vecchio discorso delle idee che battono gli effetti speciali.

7. Link con il passato

La grande capacità di Moffat di creare nuovi nemici per il Dottore e la capacità di Davies di far tornare vecchi villains ci dice già tutto. Davies è legato al passato e al classico Dottore, Moffat un po’ meno. Da quando Moffat ha preso in mano la serie, infatti, tutto è cambiato: nuove location, nuova compagna, nuovo tardis…tutto nuovo. Dal 2010 i link veri con il passato sono praticamente scomparsi anche nei personaggi: non si è mai vista una vecchia compagnia, o Jack Harkness o altri elementi che facessero pensare alle prime quattro stagioni del Dottore (se non per il 50esimo, ma quello non conta). Davies, al contrario, è sempre stato molto legato al passato sia della serie che personale. Basti pensare all’incontro con Sarah Jane Smith (che torna in più di un’occasione) o al ritorno delle vecchie compagne in serie successive.



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