Dodici dicembre 1969: Strage. Quarantadue anni dopo

Creato il 11 dicembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Correva l’anno 1969, era il 12 dicembre. E’ strage. E’ piazza Fontana. 17 morti, 88 feriti.

Il pomeriggio del dodici dicembre/in piazza del Duomo c’è l’abete illuminato//ma in via del Corso non ci sono le luci
per l’autunno caldo il comune le ha levate/In piazza Fontana il traffico è animato/c’è il mercatino degli agricoltori
sull’autobus a Milano in poche ore/la testa nel bavero del cappotto alzato/Bisogna fare tutto molto in fretta
perché la banca chiude gli sportelli/dio come tutto vola così in fretta/risparmi e gente, tutti così in fretta

Il boato, il sangue, la strage. Sono le ore 16:37, la bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, a Piazza Fontana,  la  diciassette morti e 88 feriti. Alla Banca Commerciale Italiana in piazza della Scala si troverà poco dopo, un’altra bomba. Ma il 12 dicembre non termina qui, qualche minuto dopo il boato di piazza Fontana a Roma, alle ore 16:55  13 feriti, lo scoppio avviene  nel passaggio sotterraneo che collegava l’entrata di via Veneto con quella di via di San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro, ferendo tredici persone. Altre due bombe esplodono lo stesso giorno nella Capitale tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all’Altare della Patria e l’altra all’ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, facendo quattro feriti.

No, no, no, non si può più dormire/la luna è rossa, rossa di violenza/bisogna piangere insonni per capire/che l’ultima giustizia borghese si è spenta/Scende dicembre sopra la sera/sopra la gente che parla di Natale/se questa vita avrà un futuro/metterà casa, potrà anche andare.

Dice la gente che in piazza Fontana/forse è scoppiata una caldaia/là nella piazza sedici morti/li benediva un cardinale

Le indagini immediatamente vengono indirizzati verso gli ambienti di estrema sinistra, e come sempre si segue la pista anrchica. 80 fermi in poche ore, il Circolo anarchico 22 Marzo  pare essere il mandante, ed allora si ferma Valpreda, mentre al  Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa si indizia  Pinelli.

No, no, no, non si può più dormire/la luna è rossa, rossa di violenza/bisogna piangere insonni per capire/che l’ultima giustizia borghese si è spenta

Durante le prime ore di fermi ed interrogatori perderà la vita Pinelli, Giuseppe Pinelli, anarchico, ferroviere, animatore del circolo di  Ponte della Ghisolfa, già staffetta partigiana.Strana la morte del Pinelli, che il 15 dicembre 1969, 3 giorni dopo la strage “cade” da una finestra della Questura di Milano, ufficialmente un malore.

Notti di sangue e di terrore/scendono a valle sul mio paese/chi pagherà le vittime innocenti?/Chi darà vita a Pinelli il ferroviere?

Dopo le bombe si  è cercato di accusare gli anarchici , forse perché, nell’immaginario collettivo  rappresentavano qualcosa di oscuro, di di intangibile e pericoloso. In realtà vennero scelti perché erano disorganizzati, ingenui, poveri e isolati dalle altre forze politiche.

Quaranta due anni di papiri, interrogatori, carteggi, da quella strage, l’Italia cambia, cambia del tutto, la stagione del terrorismo e degli anni di piombo irrompe nell’Italia post boom.

Una strage senza colpevoli “reali”.  Nel 2004 si è concluso l’ennesimo processo, il settimo, sulla strage si chiude in Cassazione con la conferma delle assoluzioni degli imputati e l’obbligo, da parte dei parenti delle vittime, del pagamento delle spese processuali. Quest’ultima decisione, pur se dettata dalla legge, viene duramente criticata anche da figure istituzionali, che parlano di “beffa” per i parenti delle vittime.

 ” I tre imputati principali della strage di piazza Fontana, dopo aver avuto in primo grado una condanna all’ergastolo, sono stati infatti tutti assolti in appello. Per la seconda corte d’assise d’appello di Milano gli estremisti di destra Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni “non hanno commesso il fatto”.  Ridotta da tre anni a un anno di reclusione la pena per Stefano Tringali, accusato di favoreggiamento.  I giudici hanno assolto l’ex ordinovista veneto Delfo Zorzi (che ora vive in Giappone ed è cittadino nipponico) e l’ex ispettore di Ordine Nuovo per il Triveneto, Carlo Maria Maggi, in base all’art. 530, secondo comma del Codice di procedura penale, che corrisponde alla vecchia formula dell’insufficienza di prove. L’ex neofascista del gruppo milanese La Fenice, Giancarlo Rognoni, è stato invece assolto con formula piena. E con la sentenza sono state revocate l’ordinanza di arresto nei confronti di Zorzi (mai eseguita) e la misura cautelare dell’obbligo di dimora per Maggi. ” (La Repubblica”)

No, no, no, non si può più dormire/la luna è rossa, rossa di violenza/bisogna piangere insonni per capire/che l’ultima giustizia borghese si è spenta

Corre l’anno 2011,  pacchi bomba vengono inviati dagli Anarchici Informali. E’ Paura. Paura per il 12 dicembre.


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