Dodici luglio milano.

Da Efeizee

Ciao Hiphoprec,
sono

Stefano blablablabla
cell. blablablabla

La mia motivazione é che vorrei avere dei cipressi in casa, e renderlo pubblico al mondo intero.
PS: non ho nemici, e non faccio alcuna fatica ad ammetterlo, giuro.
PPS: io abito in provincia di Verona, a Soave che é in collina.

A presto e continuate a fare un ottimo lavoro :)
Stefano

E così sabato scopro di aver vinto due biglietti per un evento che ciao. House of pain, Cypress Hill e Public Enemy. Ci porto la mia fidanzata e invece no, che gli esami dell’università sono più importanti. Ore cinque post meridiem. -Pronto Luc, tra un’ora fatti trovare pronto che ti porto a Milano. –Ahah! … Eee.. ok dai vabene. … Ma è uno scherzo? –Neanche un po’, tutto vero,a poi! :)
Parto da Soave, arrivo a San Giovanni e la mia maglietta è già da buttare e ho dimenticato la maglietta di riserva, poco importa.
Milano è difficile, google maps non sa proprio indicare le uscite autostradali ed i navigatori pensano io sia abilitato al passaggio in ztl. Optiamo per il buon vecchio metodo del sorriso associato ad un Ciao, scusa! Sai dov’è l’Arena Civica?. Peripezie e semafori e dargen d’amico e bibio e stop e caldo che appiccica e turisti che pensano ma che ci sono venuta a fare io qua e in fondo al semaforo a sinistra passi due semafori e giri a destra e trovata. Parcheggio non esiste, solo a pagamento, sette euro all’ora, stasera siamo ricchi. Arriviamo alla biglietteria, mostro la stampa della mail (viva viva viva hiphoprec, viva viva). -Ciao ho vinto due biglietti- -Ma guarda te che culo, io non ho mai vinto niente! Io penso che magari non hai mai vinto niente perché non ci hai provato mai, ma lo tengo per me, sorrido e ritiro i ticket che siamo già in ritardo.
Appena entrati troviamo amici e amiche. Abbiamo perso gli House of Pain. Ci dicono poco male, Everlast era un tronco immobile con la chitarra, inamovibile pure con Jump around. Dopo i saluti e gli abbracci, io e Luca decidiamo di addentrarci e goderci tutto.
Chuck D è Chuck D. Flavor Flav è Flavor Flav. Non c’é altro da aggiungere.
Public Enemy mostruosi. Il caldo lo era altrettanto che si appiccicava alla pelle ai vestiti.  E ciò nonostante i brividi mi sono arrivati comunque. Giuro.
Proprio bravi.
La loro parte di live finisce e dispiace a me quanto a loro. Il pubblico italiano capisce Put two fingers in the air, ma non sa cosa voglia dire fist.
Durante il cambio palco la gente inizia a sfoltirsi, così andiamo ancora più avanti.  Il fonico per fare il check dei microfoni non dice i classici one two one two o check check check mic check ma una cosa mai sentita prima che era un miscuglio tra i ed e.
Julio G ed Eric Bobo (rispettivamente dj e percussionista, ma che ve lo dico a fare) sono già sul palco. Entra B-Real. Entra Sean Dog. Inizia la pioggia e il caldo si alza. Decidiamo di allontanarci dalla massa per goderci meglio l’esibizione. Sono riuscito a passare in mezzo ad uno stormo di petti nudi maschili sudati senza sfiorarne uno. E credo di essere stato parecchio fortunato. Hit from the bong l’hanno interpretata alla lettera. Non hanno fatto Tequila sunrise e Lowrider, che mi sarebbe piaciuto molto. Hanno fatto Vato, che proprio non me l’aspettavo, e mi è piaciuto molto. E il pezzo successivo con un beat  che non so cos’era ma c i a o . (se qualcuno lo sa, mi renda noto, grazie :) )
Ho alzato la mano così W. diverse volte e mi piace.
Come ogni popstar che si rispetti scendono dal palco a far finta che il live sia finito e invece no. Ri-escono chiudendo il tutto con Rap Superstar che diventa Rock Superstar.
A parte i due tre pezzi merengueri che se ci mettevano in mezzo danza kuduro mica stonava, è stato un bel live. La cosa dei volumi dei microfoni bislacchi, a questo punto, credo sia una scelta loro.
Ci si aspettava una botta finale con tutti e tre i gruppi sul palco, ma invece no. Dai, sarà per la prossima volta. Flavor Flav ci ha salutati per ultimo e io l’avrei abbracciato.

Carry on and have a smile,

ef

PS: ora ai concerti rap ci vanno gli indie e i raver.un sacco di raver.



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