Dogtown and the Z-Boys

Creato il 12 aprile 2015 da Misterjamesford
Regia: Stacy Peralta
Origine: USA
Anno:
2001
Durata:
91'


La trama (con parole mie): ascesa e caduta dello storico Team Zephyr di Los Angeles, nato nel sobborgo di Dogtown nel pieno degli anni settanta che parevano aver dimenticato lo skateboarding e divenuto uno dei centri nevralgici della disciplina che, nei decenni successivi, avrebbe regalato al mondo fenomeni come Caballero e Hawk.Dal primo, grande torneo dopo quasi dieci anni organizzato nel 1975 alle piscine vuote in tutta la contea, i primi passi delle future stelle Stacy Peralta e Tony Alva, e quelli falsi della grande promessa Jay Adams, talento cristallino inghiottito dalla vita - non sempre e non per questo infelice - insieme alla maggior parte di quello straordinario team.La cronaca di una passione, di un'amicizia, di una famiglia che ha dato origine ad una vera e propria nuova pagina dello sport e della controcultura made in USA.

Nonostante sia da sempre un grande fan di tutto quello che è legato in una certa misura alle stelle e strisce il mio personale rapporto con lo skateboard non è mai stato dei migliori: ebbi la prima - ed unica - tavola in regalo il giorno del mio dodicesimo compleanno, la usai fino all'estate successiva al parco prima di abbandonarla in favore della decisamente più divertente - almeno per il sottoscritto - bicicletta, grazie alla quale, con gli amici, potevo avventurarmi nelle prime esplorazioni di Milano e dintorni.
Eppure, che si parlasse di Tartarughe Ninja o di influenze giunte da oltreoceano, il "surf su ruote" è sempre rimasto nel cuore del sottostritto, e parallelamente alla crescita è tornato ad essere ritmato dalla musica di gruppi punk rock o come i Red Hot Chili Peppers rinverdendo i fasti dei cult cinematografici dell'infanzia come California Skate: quando vidi per la prima volta Dogtown and the Z-Boys, documentario realizzato da uno dei grandi pionieri dello skateboarding degli anni settanta, Stacy Peralta, ero con mio fratello, una volta ancora, tra i pochi ad affrontare - o a rifugiarsi - in sala nel pieno dell'estate duemilauno.
Lui era nel pieno del suo periodo crime movies, io in quello da solo Cinema d'autore, eppure uscimmo da quell'esperienza come se avessimo mescolato sogni, passato e futuro.
Decisamente più, infatti, della pellicola ispirata proprio dalle gesta di questo gruppo di innovatori della disciplina - Lords of Dogtown -, questo sentito documentario scandito da una colonna sonora splendida - e non poteva essere altrimenti, considerata la musica dei tempi - non solo riesce a fotografare un'epoca ed una particolare zona di Los Angeles - Dogtown, per l'appunto, quartiere povero costellato di luna park in rovina risalenti agli anni cinquanta e sessanta noto come la "Coney Island di L.A." -, ma anche e soprattutto l'atmosfera magica che permise, a partire dalla prima importante competition di skate da dieci anni a quella parte, nel settantacinque, a dodici ragazzi e ai tre che avevano creduto in loro di cambiare radicalmente il modo di approcciare lo skateboarding, sia come stile che come "attitude".
Gli Z-Boys erano come una gang, un gruppo di giovani che ben sapevano di avere tra le mani l'occasione di uscire da un anonimato che avrebbe potuto condurli al crimine ed al carcere, se le cose non fossero cambiate: come se non bastasse, soprattutto nel caso di alcuni di loro, il talento cristallino permetteva di affrontare la vita di petto, pur se ognuno con il suo stile.
E così i tre nomi più rappresentativi del team finirono, proprio a partire da quella gara, per percorrere strade clamorosamente diverse che li portarono dalle piscine vuote del periodo di maggior siccità della metropoli californiana a divenire non solo skaters, ma uomini d'affari, produttori e registi - Stacy Peralta, per l'appunto -, innovatori assoluti ed imprenditori di se stessi - Tony Alva con la sua linea di tavole ed il vertical skateboarding - e talenti persi per strada che accettano i loro errori e non rimpiangono una vita piena e decisamente vissuta - Jay Adams -.
Dogtown and the Z-Boys è dunque la storia della differente aggressione al terreno di gara e di vita di un gruppo di ragazzini divenuti, di fatto, una famiglia, separati dal tempo che passa ma non per questo dimentichi di un'energia unica e rivoluzionaria che ognuno di loro ha contribuito a creare per le strade di un quartiere che pareva senza speranza, a due passi dall'oceano che fu, con il surf, di fatto ispirazione per il loro arrembante stile, e che contribuì alla rinascita di una disciplina che pareva destinata ad essere considerata un passatempo per bambini e ad un movimento di controcultura urbana divenuto, nei due decenni successivi, un cult per generazioni intere di teenagers in tutto il mondo, ispirati da nomi di spicco come Caballero e Tony Hawk, ai tempi lanciati nell'Olimpo dello skateboarding proprio da Stacey Peralta.
E poco importa che la vita non abbia riservato a tutti i figli dello Zephyr lo stesso destino di successo: perchè quando si cavalca un'onda, in acqua o sulla strada, e si appartiene ad un gruppo come questo, è e sarà così per sempre.Un istante, una magia, una leggenda.
MrFord
"Fly away on my zephyr
I feel it more than ever
and in this perfect weather
we’ll find a place together
fly on… My wind."Red Hot Chili Peppers - "The Zephyr song" - 

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