Uno spirito artistico incorruttibile, uno dei pochi ancora in grado di essere autore del proprio destino in musica. L’impero della title-track è di fatto la riconferma di una primordiale, originale, inconfondibile e mai tradita intuizione, quella di Don Dokken, un regno emotivo ed emozionante, solitario e aristocratico, che si autodetermina in maniera sempre attuale. Don Dokken è ancora una volta il più grande e illustre referente heavy rock della West Coast music degli anni ’60 (Jefferson Airplane, Doors, Quicksilver Messenger Service, con l’aggiunta degli onnipresenti Beatles), a cui conforma il suo songwriting altero e magniloquente, a base di Eros, spiritualità a volte trascendente a volte invasiva, pacato turbamento, orizzonti esistenziali mai raggiunti. Broken Bones evoca spazi suggestivi e tempi remoti, ma collocabili in ogni cronologia, rivisti con la solita robustezza, spigolosità e plasticità del regime Dokkeniano.