Dom Jean-Baptiste Gustave ChautardL’Anima di ogni Apostol...

Da Eleonoraely

Dom Jean-Baptiste Gustave Chautard
L’Anima di ogni Apostolato
Capitolo IV– IV –Quanto sia misconosciuta questa vita interioreSan Gregorio Magno, che fu tanto esperto amministratore ed apostolo zelante quanto grande contemplativo, con questa semplice espressione:«Secum vivebat» – egli viveva presso di sé – caratterizza lo stato d’animo disan Benedetto mentre gettava a Subiaco le basi della sua Regola, divenutaben presto una fra le più potenti leve d’apostolato di cui Dio si è servito sullaterra.Della maggior parte dei contemporanei bisogna dire il contrario. Viverepresso di sé, in se stesso, voler governare se stesso, non lasciarsi governaredalle cose esteriori, ridurre l’immaginazione, la sensibilità, perfinol’intelligenza e la memoria al ruolo di servi della volontà e conformarecostantemente questa volontà a quella di Dio, è un programma che siaccetta sempre meno, in questo secolo di agitazioni che ha visto nascere unnuovo ideale: l’amore dell’azione per l’azione.Per eludere questa disciplina delle facoltà, tutti i pretesti sono buoni: affari,sollecitudine per la famiglia, igiene, buon nome, amor patrio, prestigio dellacategoria, pretesa gloria di Dio, fanno a gara per impedirci di vivere in noistessi. Questa specie di delirio della vita esteriore giunge anche ad esercitare su noi una irresistibile attrattiva.Come stupirsi, allora, se la vita interiore è misconosciuta?Ma dire misconosciuta è troppo poco;essa viene spesso disprezzata eridicolizzata proprio da coloro che più di tutti dovrebbero apprezzarne ivantaggi e la necessità. Per protestare contro le pericolose conseguenzed’un’ammirazione esclusiva per le opere, fu necessaria la citata memorabilelettera inviata da Leone XIII al Card. Gibbons, arcivescovo di Baltimora.Per evitare il lavoro della vita interiore, l’uomo di chiesa giunge al punto dimisconoscere l’eccellenza della vita con Cristo, in Cristo, per mezzo di Cristo, dimenticando che, nel piano della Redenzione, tutto si fonda sullavita eucaristica, tanto quanto poggia sulla rocca di Pietro. .....
Per le persone imbevute di tali teorie – e sono una legione – la Comunioneha perduto quel vero senso che aveva per i primi cristiani. Credono ancoranell’Eucaristia, ma non ci vedono più un elemento di vita così necessariotanto per loro che per le loro opere. Non c’è perciò da stupirsi se, nonesistendo più per essi l’incontro intimo con Gesù-Ostia, la vita interiore siaconsiderata come un ricordo del medioevo.In verità, a sentir parlare questi uomini d’azione delle loro opere, ci sarebbequasi da credere che l’Onnipotente, il quale creò il mondo come per gioco edinanzi al quale l’universo non è che polvere e nulla, non possa fare a menodel loro collaborazione! Molti cristiani ed anche alcuni sacerdoti e religiosi,attraverso il culto dell’azione, giungono inavvertitamente a formarsene una specie di dogma che ispira la loro condotta e le loro azioni e li spinge adabbandonarsi sfrenatamente ad una vita esteriore.Si vorrebbe poter dire: «la Chiesa, la diocesi, la parrocchia, la congregazione,le opere di apostolato hanno bisogno di me... Io sono più che utile a Dio». Anche se non si arriva ad esprimere apertamente simile vanità, ci sono però nascosti nel fondo del cuore la presunzione che ne è la base e l’attenuazione di fede che l’ha generata.Sovente si ordina al nevrastenico di astenersi, magari per molto tempo, daogni occupazione; ma questo è per lui un rimedio insopportabile, appuntoperché la sua malattia lo mette in un’agitazione febbrile che diventa comeuna seconda natura e lo spinge a cercare instancabilmente nuovi dispendi diforze e nuove emozioni che aggravano il suo male.Altrettanto avviene spesso all’uomo di azione riguardo alla vita interiore.Egli la disprezza, anzi ne sente maggior ripugnanza appunto perché solonella sua pratica si trova il rimedio del suo stato morboso; anzi, cercando distordirsi sempre più con una valanga di lavori crescenti e disordinati, egliscarta ogni possibilità di guarigione.La nave corre a tutto vapore; ma se il pilota si compiace della velocità, Dioinvece giudica che quella nave, priva di un saggio timoniere, sta andandoall’avventura e rischia di rovinarsi. .....
Questo stato d’animo dimostra che, se oggi sono ancora apprezzate lescuole, i dispensari, le missioni e gli ospedali, è sempre meno compresal’abnegazione nella sua forma intima, cioè nella penitenza e nella preghiera.Colui che non sa più credere al valore dell’immolazione nascosta, non siaccontenterà di trattare da vili e visionari quelli che la praticano nella solitudine  – i quali invece non dimostrano minor ardore per la salvezza delle anime che i più infaticabili missionari – ma giungerà a ridicolizzare anche quegli apostoli che ritengono indispensabile sottrarre qualche momento alle occupazioni, anche a quelle più utili, per andare a purificare e riaccendere il loro zelo davanti al Tabernacolo e così ottenere
dall’Ospite divino i migliori risultati alle loro fatiche.

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