È tutto il giorno che mi sento euforica per il mio programma di domani.
Vado a lavoro e sto tutta concentrata, pensando a domani. Parlo in inglese e riesco pure a litigare (in inglese!) con una energia tutta nuova che me la dà il domani. Vado in piscina e nuoto più forte, schiaccio l’acqua pensando che sono i minuti che mi separano da domani. Chiamo il centralino di Alitalia così, por maruja, per essere sicura che mi garantiscono la combinazione dei voli, perché domani vado in PUGLIA. E allora sono diverse ore che penso a cosa scrivere in questo post, a qualcosa di bello su Madrid per fare un saluto educato a questa straordinaria città, mia signora e padrona, ma nella mia mente si inseguono solo immagini della mia terra. Mammaepapà, ulivi, mare, caldo, mozzarelle, murgia, focaccia, spighe di grano, panzerotti, taralli, casa di zia, il motorino del liceo, friselle, olio buono, mare, primitivo, scamorze… la puglia si gonfia nella mia testa, come un enorme palloncino di plastica, si fa grande, più grande di Madrid, della Spagna, di tutto.
Il mondo stesso diventa Puglia, le costellazioni rispecchiano le posizioni dei pomodori sulla focaccia, le ricette del mondo si annullano davanti ad un piatto di patate riso e cozze, le onde del mare disegnano infinite orecchiette, le auto che vedo dalla finestra sono cavatelli che corrono verso pomodori scoppiettanti.
I parchi sono gigantesche foglie di basilico, le nuvole mozzarelle fresche grondanti di latte. Il sushi una stronzata, voglio il pesce crudo con il limone, il pesce crudo vero. E se tutte queste tristissime baguettes da 40 centesimi fossero proibite? E se il cinese sotto casa vendesse il pane di Altamura? E se tutta Madrid fosse straripante di pane di Altamura, la smetterebbero di mangiare il pan bimbo questi spagnoli del piffero!??!?!
anche questo è Puglia!