Domani torna “Earth Hour”, sessanta minuti al buio salvare la Terra

Creato il 18 marzo 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Dalla Nuova Zelanda alle Hawaii, domani le luci si spegneranno per 60 minuti in 178 Paesi per creare una “ora mondiale di buio” lunga un giorno. Domani, sabato 19 marzo, torna infatti l’appuntamento del WWF #oradellaterra che invita tutti alle ore 21.10 locali a spegnere la luce e ad accendere le candele per sensibilizzare le coscienze sul problema dei cambiamenti climatici. L’anno scorso all’Earth Hour hanno preso parte oltre 7.000 città e regioni del mondo, coinvolgendo oltre due miliardi di persone e centinaia di imprese.

Domani torna “Earth Hour”, sessanta minuti al buio salvare la Terra. Quest’anno l’evento, giunto alla sua decima edizione, ha numeri da record: aderiranno ben 366 luoghi o monumenti simbolo in 178 Paesi, tra cui l’Empire State building di New York, l’Opera House di Sydney, la Torre Eiffel a Parigi, il Kourou space centre nella Guyana francese (sede del centro di lancio europeo di missili spaziali) e Taipei 101, il quinto grattacielo più alto del mondo. In Italia hanno aderito finora oltre 200 tra comuni e palazzi storici, dal nord al sud: dal Maschio Angioino a Napoli, fino alla scalinata del Pincio a Bologna, all’Arena di Verona, e al Castello Sforzesco a Milano. A Roma, invece, resterà al buio la Fontana di Trevi, con tanto di “spegnitore” ufficiale: Piero Angela. Il monumento si colorerà poi “virtualmente” grazie al lighting designer, Claudio Berettoni, attraverso un sistema di proiezioni a led alimentate esclusivamente ad energia solare, con i colori del pianeta terra. Sempre nella capitale si spegneranno anche la Basilica di San Pietro, il Quirinale e il Colosseo, insieme alle facciate di alcuni palazzi delle istituzioni: Palazzo Montecitorio, sede della camera dei Deputati, Palazzo Madama, sede del Senato.

Tra i volti noti che aderiscono alla campagna anche Marco Mengoni, Neri Marcorè, Niccolò Fabi, Vittorio Brumotti, Lisa Casali. Scende in campo anche lo sport con un invito a diventare “campioni del clima” che arriva dalla Federazione Italiana Rugby e dalla Nazionale Azzurra, le squadre di calcio della Lega B e del basket con Lega Basket.

Sarà merito di iniziative come l’ora della terra o dell’inverno più caldo di sempre, ma gli italiani sembrano aver sviluppato una coscienza verde. Stando a uno studio del WWF svolto dall’istituto GfK, infatti, “il cambiamento climatico viene oggi percepito dalla stragrande maggioranza degli italiani come uno dei più gravi problemi ambientali, al pari dell’inquinamento dell’aria e delle acque. Il 73% lo considera un problema “molto grave”, percentuale che sommata a quella di chi lo considera “abbastanza grave” arriva al 94%”.

E il timore accomuna generazioni e casacche politiche: “E’ sentito dagli elettori di tutti gli schieramenti politici e trova accentuazione tra gli studenti della scuola secondaria – probabilmente sensibilizzati al tema dai loro insegnanti – e tra gli adulti di età compresa tra i 45 e i 54 anni che sono evidentemente testimoni diretti dei cambiamenti in atto. L’88,5 per cento degli intervistati ritiene che il cambiamento climatico sia dovuto alle attività umane, e solo una ristretta minoranza (6%) ritiene che non vi sia correlazione tra questo fenomeno e l’azione dell’uomo. Anche per questo aspetto i più convinti sono i giovani tra i 14 e i 24 anni”.

Secondo lo studio, gli italiani sono pronti a rimboccarsi le maniche: “c’è un’elevata disponibilità a cambiare le proprie abitudini per favorire la riduzione dei gas serra, complessivamente l’85%. Infatti per più di un terzo si tratta di una disponibilità accentuata (36% molto o moltissimo), per quasi la metà (49%) di una disponibilità più contenuta (abbastanza) ma comunque orientata in positivo. La disponibilità a modificare i propri stili di vita e di consumo risulta maggiore tra le fasce maggiormente scolarizzate”. (AGI)


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