La Resistenza non è di moda. E considerata una "cosa di sinistra". Si dimentica il sangue dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che volle morire con i parrocchiani dicendo "vi accompagno io davanti al Signore", e dei militari come il colonnello Montezemolo, cui i nazifascisti cavarono i denti e le unghie, non i nomi dei compagni. Si dimentica che i partigiani non furono tutti sanguinari vendicatori ma anzi vennero braccati, torturati, impiccati ed esposti per terrorizzare i civili; e che i "vinti", i "ragazzi di Salò", per venti mesi ebbero il coltello dalla parte del manico, e lo usarono. Neppure il Risorgimento è di moda. Lo si considera una "cosa da liberali". Si dimentica che nel 1848 insorse l'Italia intera. Oggi è l'ora della Lega e dei neoborbonici. L'Italia la si vorrebbe
Aldo Cazzullo, giornalista, dopo quindici anni a "La Stampa" di Torino, è inviato speciale del "Corriere della Sera". Ha raccontato le Olimpiadi di Atene e di Pechino, gli attentati dell'11 settembre, il G8 di Genova, gli omicidi delle Brigate Rosse a Massimo D'Antona e Marco Biagi.
Tra i suoi libri ricordiamo Ragazzi di via Po, Mondadori, 1997, I ragazzi che volevano fare la rivoluzione,. Mondadori, 1998, Il caso Sofri, Mondadori 2004, I grandi vecchi, Mondadori 2006, Outlet Italia, Mondadori, 2007. E' stato ospite di Caffè Letterario esattamente un anno con il libro "L'Italia de noantri"