Domenica Live attualità

Creato il 22 ottobre 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

La nuova domenica pomeriggio guidata da Alessio Vinci con Sabrina Scampini, dal titolo Domenica Live prosegue il suo percorso puntando sull’informazione,  sobrietà e  credibilità.  Protagonisti del terzo appuntamento di Canale5 : Luca Argentero ed il cast al completo di Viva l’Italia, il film di Massimiliano Bruno con Raoul Bova, AlessandroGassman, Ambra Angiolini e Rocco Papale. Un ricordo a Marco Simoncelli e un servizio sul fenomeno del bullismo. Ma l’apertura spetta al caso  Francesco Schettino. Un’intervista esclusiva al comandante della Concordia, ospiti in studio alcuni superstizi e familiari delle vittime, nonché opinionisti e conduttore, tutti impegnati nel difficile compito di fare informazione sulla drammatica vicenda del naufragio della nave da crociera Costa Concordia.

“Sì, ho stretto la  mano ai naufraghi ed è stata una sensazione bellissima. Ho promesso loro che verrà fuori la verità”.  Così il Comandante risponde alle domande di un’ insistente  giornalista Ilaria Cavo. In merito al lavoro della Procura, Schettino dice: “tutto sta andando magnificamente bene, tutti fanno il loro lavoro in maniera eccellente”. “Io non voglio contraddire nessuno, tantomeno la Procura, dico soltanto che se io avessi fermato la nave, se avessi tirato l’ancora in un fondale di 100 metri la nave a terra non ci arrivava. Quindi la catena di eventi fortuita non è stata interrotta”

Parole e atteggiamento che  immediatamente scatenano la reazione di coloro che hanno subito sulla  pelle la vicenda della Costa. “Non si può permettere di dire queste cose, ci ha aiutato solo Dio, non si deve permettere di parlare così  – Paolo Roma – il vigile del fuoco di Pavia che nella notte del 13 gennaio, quando la Costa Concordia si è rovesciata al largo dell’isola del Giglio ha avuto la prontezza e lo slancio per salvare la moglie e un disabile in carrozzina dall’acqua e dal panico, nonostante una distorsione alla spalla. ” È uno spavaldo e un bugiardo, doveva tornare sulla nave, ha sbagliato dall’impatto in poi”.

E proprio qui sta il nocciolo che divide l’opinione pubblica. Schettino è obbligato a difendersi ma, difficile uscirne pulito, dopo che ascoltiamo le parole del passeggero che nella notte della disgrazia per primo ha chiamato il 112 .” Sono un passeggero…c’è la nave inclinata, non ci dicono niente e c’è il panico a bordo, ci sono donne e bambini, la nave si piega…non calano le scialuppe che dobbiamo fare? La nave si piega aiutateci, ho dei bambini, aiutateci, siamo cento persone, aiuto”!

E ancora, nella notte della tragedia “Schettino disse a Bosio, stasera abbiamo fatto ‘nu guaio”. Il primo ufficiale di coperta della Concordia Giovanni Iaccarino ha ricordato gli eventi di quella tragica notte: “L’acqua saliva regolarmente…era una cosa agghiacciante…chiamo il ponte per far capire la gravità della situazione e loro rispondono con una calma impressionante. Ero disperato perché non partiva nessun ordine e l’acqua era arrivata agli ascensori di poppa…”.

Schettino ha una grossa responsabilti uè innegabile, eppure ci rimanda un atteggiamento sereno, sicuro. Nella notte della tragedia la puara e il panico si sono impadroniti di tutti. Alle 21.45 quando urta la scogliera dell’Isola del Giglio si perde tempo. Un passeggero dà l’allarme, ma la Concordia parla di black out. Arriva una motevedetta che verifica lo squarcio ma solo alle 22.45 arriva l’ordine di abbandono nave, nel lungo frattempo i naufraghi restano soli. La nave inclinata, persone bloccate a bordo mentre Schettino e i suoi ufficiali sono su una scialuppa e nessuno di loro torna a bordo. Schettino ora ha i riflettori puntati, è il protagonista di questo dramma umano. Ma non dobbiamo dimenticare che ha abbandonato la nave senza istruzioni e questo lo rende indifendibile e imperdonabile.

Passeggeri impotenti sono stati abbandonati. Il suo comportamento dal punto di vista tecnico forse, ha evitato un disastro ancora più grave, ma, resta il fato che non ha dato l’allarme e non ha aiutato i passeggeri disorientati che dipendevano da lui e tutto ciò è avvenuto solo per un inchino.  La nave è persa, la gravità della situazione è chiara ma, si continua a prendere tempo. La verità viene taciuta, l’emergenza generale non viene data. Mentre la Concordia non aveva più un comandante. In ballo parecchi milioni e questo ha influito sulle sue decisioni. Da una parte gli interessi economici, dall’altra l’umanità. La confusione fa il resto.

La ricostruzione è articolata, la verità complessa, ma non dimentichiamo che la nave doveva effettuare l’inchino e che non tutta la strumentazione a bordo era funzionante e  la Compagnia lo sapeva ma, non ha esitato a mettere in acqua una nave non in perfette condizioni. Ci troviamo di fronte ad una somma di più responsabilità che hanno causato una tragedia costata la vita a 34 persone.

E il comandante, resosi conto della eccezionale gravità dell’incidente ha abbandonato la sua nave e per questo nella memoria collettiva rimarrà: Capitan Codardo!

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