Ecco, niente di male, basta che ci diate una mezz'oretta: imprechiamo e sbuffiamo spegnendo la tele o tornando dallo stadio e poi riprendiamo il corso della nostra vita vera. Quella vita in cui il tifo, il calcio in tivù, le chiacchiere sui rigori che non c'erano e le infamie dirette a quei cocchi di mamma di giocatori insulsi che hanno l'ardire d'indossare la sacra casacca ma ti ripagano restituendola troppo pulita e poco sudata, riguadagnano in buon ordine la landa periferica delle tue cose.
Alle 17 può sembrare che il lutto non sia elaborabile, capita che ti sfugga un pensiero d'umore nero che ritieni possa protrarsi fino alla prossima partita vinta, ma non è così, davvero.
Una mezz'ora, questo ci serve. Il tempo di fare due coccole al gatto o di portare fuori il cane, il tempo di scaricare una lavastoviglie e di mettere su l'acqua per un the, il tempo per impastare un pane alle noci, il tempo concesso da un parcheggio. O il tempo di buttare giù un post.