Domenica sera

Sono in dirittura d'arrivo con un quilt iniziato un'estate di tanti anni fa. Ero in vacanza in Toscana e mi sembrava estremamente romantico portarmi dietro ago, filo, forbici e stoffe con le rose, tagliare e cucire decine e decine di triangoli, quadrati e fasce. Qualche mese fa l'assemblaggio ed ecco fiorire le centinaia di spille per tenere ben saldo il lavoro, e infine la trapuntatura che per me, pigra fino allo spasimo, dura un tempo lungo come quello delle fiabe in cui la principessa non si sa chi la salverà e quando. Così la mia coperta è rimasta sulla spalliera di una sedia intere notti, aggrovigliata sul divano ospitando i gatti, profumata di mandorle e cannella mentre impunturavo con le mie dita reduci dei dolci appena sfornati, infarinata, odorosa di sonnellini pomeridiani quando, leggendo e un po' infreddolita, me la sono tirata sulle gambe. Una coperta ancora imbastita e già tanto vissuta.
Ma come non fare un post simile in una serata di maggio che sembra la fine di un ottobre piovoso?
Sì, ci sono le elezioni in Francia, in Grecia e in alcuni comuni italiani, gli uomini si suicidano per la perdita o il fallimento del lavoro e le donne vengono assassinate dagli uomini; Folco Terzani, in un articolo su l'Unità afferma che la rivoluzione necessaria non sarà economica ma quella dello spirito ( ha pienamente ragione ma lui non deve mettere insieme il pranzo con la cena e riesce a volgere lo sguardo in alto, in alto dove punta l'anima umana). Insomma una rovina globale, ma io guardo alla floridezza della mia trapunta e del polpettone al sugo che sta sobbollendo sul fuoco. Per questa domenica basta così. A ogni giorno la sua pena.