Domenica ti porto al mare 1

Da Drittorovescio

"Domenica ti porto al mare." Un messaggio deciso, perentorio che arrivava dopo una lunga attesa.
Di solito era un appuntamento per un caffè, veloce, troppo veloce per poter parlare, parlare veramente.
Questo non era un appuntamento, era quasi un progetto... Per andare al mare, da lì, ci voleva del tempo, non era un semplice giro, bisognava programmare.  Il tempo forse sarebbe stato clemente, anche se le previsioni non erano per nulla rassicuranti.
La domenica arrivò all'improvviso, dopo una settimana che era trascorsa lentamente...
Dopo aver pensato a lungo decise che magari non era il caso di andare il mare... Fuori c'era un'aria di temporale che sembrava far pensare ad un prossimo nuovo diluvio. Il cielo plumbeo non prometteva niente di buono e già si sentivano da lontano i brontolii dei tuoni .. mancavano solo i fulmini.
Era ancora presto quando lui arrivò e con aria decisa le disse che sarebbero andati al mare comunque.
Lara lo guardò stupita e poi si osservò. Non era certo l'abbigliamento giusto per il mare, non era il giorno adatto, non era... Erano solo un sacco di scuse, perchè in realtà aveva solo un po' di paura, un po' tanta, a dir la verità.  Fabio la fissò per un attimo e ribadì la sua intenzione e partirono per il mare.
Il tragitto non era  brevissimo, ci volevano almeno un paio d'ore e pioveva, pioveva in continuazione.
La conversazione iniziò con qualche difficoltà, perchè Lara era timidissima e non riusciva a mettersi a proprio agio, ma ci pensò Fabio con aneddoti e storielle varie nel suo italiano particolare.
Lara pensava a quanto tempo c'era voluto per arrivare fin lì. Anni di sogni ad occhi aperti, di speranze e di sorrisi, di caffè bevuti in fretta in un bar del centro, di dolcetti preparati con una cura minuziosa, di discorsi, di dolori di vita... Già, i dolori di una vita che non era stata fin lì generosa con nessuno di due e li aveva comunque fatti incontrare per caso.
Erano già arrivati e pioveva, pioveva a dirotto.
Lara scese dalla macchina e cominciò a correre sotto quella pioggia battente che la inzuppò in un attimo.
Senza quasi accorgersene era già entrata in mare e l'acqua le arrivava quasi al polpaccio, ma lei non se ne curò.  Le pareva che tutta quell'acqua addosso le servisse per lavare via anni di una storia già finita nel suo cuore, anni di sensi di colpa e nel contempo le servisse per rigenerarsi, per ritrovare una nuova energia.
Fabio la chiamò ad alta voce, ma lei non lo udì, tanto era impegnata a far andar via tutto quello che le sembrava sbagliato e che si portava dentro. Si sentiva viva come non mai ed un sorriso splendido si spalancò su quel viso dall'ovale perfetto che pareva ancora di porcellana rosata.
Spalancò le  braccia per accogliere la pioggia ed alzò il viso verso il cielo per lasciar lavar via l'ultima lacrima.
Fabio l'aveva raggiunta e la prese in braccio con un gesto deciso, per riportarla almeno in macchina.
Era fradicia e piccola come un pulcino accoccolata dentro quelle braccia che l'avvolgevano senza farle male.
Lara lo guardò, gli sorrise e decise che avrebbe provato a lasciarsi vivere...